2014-12-18 14:26:00

Terra Santa: Twal, con tante guerre non si è ottenuto niente


Un bilancio e una riflessione sull’anno appena trascorso. È il messaggio di Natale del patriarca latino di Gerusalemme, Fouad Twal, presentato stamani dal suo vicario, mons. William Shomali, in una conferenza stampa al Terra Santa College, in occasione anche dell’inaugurazione del nuovo Christian Media Center a Gerusalemme. Il messaggio è occasione per uno sguardo al contesto difficile del Medio Oriente, sconvolto da guerre e violenze: “condanniamo – scrive il patriarca - la guerra a Gaza e deploriamo le sue drammatiche conseguenze: morte, distruzione; e allo stesso tempo - prosegue - condanniamo ogni forma di violenza o di vendetta contro persone innocenti, come l’uccisione di persone che pregano in una sinagoga e gli attacchi contro le moschee”. Nel testo, il patriarca Twal sottolinea però anche gli aspetti positivi del 2014, come la visita a maggio di Papa Francesco in Terra Santa. Ricorda infine che la nascita di Gesù rimane “una promessa di misericordia, di amore e di pace” per tante persone che vivono sofferenze e tribolazioni e “per coloro che vedono le loro vite spezzate e i loro sforzi ostacolati dalla lotta e dall’odio tumultuoso”. Tracey McClure lo ha intervistato:

R. – Noi a dicembre facciamo un resoconto di tutto l’anno appena trascorso, per ringraziare il Signore per gli aspetti positivi che ci sono stati e anche per chiedere perdono per tutti quelli negativi. Tra gli eventi belli, grandiosi, che rimangono nel cuore e nella memoria c’è la bella visita del Santo Padre in Giordania, Palestina e Israele, durante la quale ha incontrato i nostri fedeli. Per noi ha significato consolidare la nostra presenza come cristiani, come comunità cristiana. Sappiamo che il Santo Padre nei suoi discorsi ha toccato tanti argomenti, sia per la pace, sia per la giustizia nei riguardi di migliaia e migliaia di rifugiati siriani e iracheni che hanno trovato riparo in Giordania. Il Santo Padre ha sottolineato l'opera davvero bella della Chiesa cattolica nei confronti di questi rifugiati: ha aperto le chiese, le aule, le scuole per accogliere questi bambini, questi giovani e dare loro, per quanto possibile, una protezione. Poi, non dimentichiamo il Sinodo sulla famiglia svoltosi a Roma. Qui, in Terra Santa, abbiamo le nostre sfide, che non coincidono sempre con quelle dell’Europa o dell’America. Ci sono la sfida politica, l’occupazione, i muri che dividono le famiglie, che dividono i giovani, dividono i cristiani, dividono le parrocchie dal Patriarcato. Viviamo situazioni francamente di calvario e di difficoltà.

D. - Quali altri momenti del 2014 ha voluto ricordare nel messaggio di Natale?

R. - Un’altra occasione di gioia è stata sapere che il Santo Padre ha recentemente firmato un decreto per la canonizzazione delle due nostre Sante arabe, palestinesi: Marie Alphonsine, fondatrice delle Suore del Rosario e Mariam Bawardi, fondatrice del Carmelo di Betlemme e dell’India e anche di tutti i Carmeli di Terra Santa, che sono quattro. Questa bella terra dove viviamo, dunque, può dare alla Chiesa, al mondo, anche Santi e Sante, non solamente violenza, terrorismo e occupazione. Aspettiamo adesso che il Santo Padre che ci dica il giorno di questa celebrazione a Roma, l’anno prossimo, e saremo in tanti a ‘invadere’ Roma per festeggiare due sante, due palestinesi, due arabe. Però non dimentichiamo nemmeno alcuni eventi tristi, come la guerra a Gaza, con le migliaia e migliaia di morti e feriti. La situazione è sempre la stessa, non è cambiato niente. I palestinesi chiedono sempre uno Stato indipendente, la loro indipendenza. Israele chiede sempre la sua sicurezza. Con tante guerre, non abbiamo ottenuto niente: questo per dire che forse è meglio cambiare sistema, non usare solo violenza, violenza, violenza. Che sia un bel Natale per tutti, per noi, per il Medio Oriente, e speriamo che il Signore ci dia una bella sorpresa, ci dia la pace. Buon Natale!








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