2014-12-18 14:22:00

L'omaggio di Mogol all'amico Mango nella sua amata Matera


La Lucania torna a rendere omaggio ad uno dei suoi figli più famosi, Pino Mango, cantautore colto da un infarto durante un concerto a Policoro, la sera del 7 dicembre. La terra in cui è nato e vissuto e che amava, tanto da dedicarle versi bellissimi, ospita - alla Casa Cava di Matera -  le selezioni per la scuola di musica, di un caro amico di Mango, il maestro Mogol. E i 50 ragazzi lucani che partecipano dovranno interpretare uno dei brani dell’autore scomparso. “Sarà il nostro omaggio”, dice Mogol ricordando l’amico. L’intervista è di Gabriella Ceraso:

R. – Mango ha due rilievi importanti. Uno, che è un grande artista, l’altro che è stato un grande uomo. E’ fondamentale che l’artista sia anche una persona da ammirare sotto il profilo umano. Mango è sempre stato un uomo legato alla sua regione, legato alla sua famiglia, legato alla musica, legato ai suoi amici. Era un uomo che si gestiva con grande generosità. In un mondo di star che fanno calcoli millimetrici forse questa invece è la caratteristica dei grandi artisti, per cui lui, secondo me, nel tempo, avrà sempre più valore.

D. – Io ho letto che la prima volta che ha sentito la sua voce alla Fonit Cetra lei l’ha definita una voce particolarissima: non è una voce facile con cui confrontarsi?

R. – A parte il fatto che lui aveva una possibilità vocale straordinaria,  un’intonazione perfetta e poi era anche un grande compositore, non è un compositore qualsiasi: Mango è uno da ricordare. Io penso che “Mediterraneo” durerà tanti anni, “Oro”, “La mia città”… Io ho scritto per lui anche “Monna Lisa”… Per Mediterraneo, per questa straordinaria canzone, ho un amore particolare. In più si vede, come un film! Basta dire come è morto per capire che uomo era. E’ morto in una festa di beneficienza e quando ha sentito la fitta dell’infarto ha chiesto scusa la pubblico e poi ha allungato la mano per fare l’accordo di chiusura della canzone. Se  riflettiamo, quanto altruismo c’è in tutto questo, quanto rispetto per la gente…

D. – Nel percorso di Mango c’è stato e c’è molto della terra del sud, della sua terra e poi c’è stata questa grande apertura anche al resto dei Paesi del Mediterraneo. Questa apertura, questa commistione di stili, lei pensa che fosse consapevole di questa contaminazione, della ricchezza interna delle sue canzoni?

R. – Certo, lui era un critico molto raffinato, quindi prima di scrivere delle note doveva esserne convinto, quindi tutto quello che lui ha scritto per primo lo ha accettato. Un artista deve essere prima un grande critico per potere poi trasformare la propria critica in autocritica. Poi chiaramente questo serve a distinguere le cose belle, le idee belle da quelle che non sono belle. Quindi, lui le ha firmate, le ha scritte...

D.  – Una voce particolarissima ma anche un orgoglio della sua terra. Lui è rimasto al sud con la sua famiglia, sud da cui molti scappano, anche molti giovani. Secondo lei è stato un atto di coraggio, una sorta di orgoglio o solo fortuna…

R. – E’ stato l’attaccamento alla sua terra. Non è se ne è andato perché era attaccato alla sua città, Lagonegro, e alla sua regione.

D. - Per i giovani lucani in questa occasione in cui lei è tra i protagonisti, potrebbe anche voler dire mettetevi voi in gioco con lo stesso orgoglio, con lo stesso coraggio con cui ha fatto lui?

R. – Certo, non dimentichiamo che la più grande cantante italiana che ha seguito questo iter fornito dalla regione, oggi è Arisa. Il sud è pieno di artisti, di genialità, si tratta di studiare per poter arrivare a perfezionare le proprie doti. Io dico sempre: il talento arriva, arriva studiando, arriva applicandosi, arriva ascoltando le cose più belle, arriva con l’insieme di regole che poi sono gli automatismi.

D. – Se lei dovesse scrivere un capitolo della storia della canzone italiana iniziando da Mango come lo intitolerebbe?

R. – Io lo chiamerei la “cultura incisiva”, nel senso che Mango era un artista preciso, incisivo. Quando lui scriveva una canzone non si poteva più toccare, non si poteva aggiungere neanche una nota. Questa era la sua caratteristica, come dire,  di un artista perfetto.

D. – Le riporto le parole di una canzone che mi hanno molto colpito: non moriremo  mai, il senso è tutto qui, mi piace questa idea di eternità. E’ l’inizio della canzone “Non moriremo mai” di Mango. L’idea dell’eternità, è così che lei si immagina Mango  anche ora?

R. – Sì, per me, i morti ci sono. Nel caso di Mango, sia attraverso la sua opera e anche perché io credo che tutto non finisce con la vita.

 








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