2014-12-17 07:54:00

Pakistan, orrore nel mondo: 132 giovani uccisi dai talebani


Il Pakistan si è svegliato sotto shock dopo l’orribile strage di ieri perpetrata dai talebani del TTP in una scuola di Peshawar. 141 le vittime, di cui 132 bambini in gran parte minori di 15 anni, figli di militari. 124 i feriti, tra loro 121 giovani. Un attacco durato circa sette ore e terminato con l’uccisione dei sei assalitori. Francesca Sabatinelli:

Il Pakistan ieri ha vissuto il suo 11 settembre. Racconta così il principale quotidiano di Islamabad, The Express Tribune, quello che definisce  attacco “al futuro del Paese, ai suoi giovani figli e figlie”. Oggi è il primo dei tre giorni di lutto nazionale per un attentato così brutale e sanguinoso come il Pakistan non aveva mai vissuto, tanto da provocare la dissociazione di altri gruppi talebani, dello stesso Pakistan, ma anche dell’Afghanistan, che si sono detti scioccati da un atto definito “contro l’Islam”. La scuola di Warsak Road è stata scelta per la qualità dei suoi allievi, tra i 10 e i 18 anni, molti dei quali figli di alti ufficiali. A morire dovevano essere solo i più grandi, secondo l’iniziale strategia del Tehreek-e-Taleban Pakistan, ma così non è stato, e a morire sono stati anche i piccoli, in modo crudele, come stanno accertando i medici di Peshawar. Le loro famiglie devono provare lo stesso nostro dolore: hanno detto sin da subito gli autori del massacro, indicato come rappresaglia ai continui attacchi dell’esercito pachistano contro le roccaforti talebane nel Nord Waziristan. Il governo non fermerà la lotta contro il terrorismo, ha detto il premier pachistano Nawaz Sharif, che ha concordato la strategia di guerra anche con il governo afgano. Mondiale lo shock per l’accaduto, dal presidente americano Obama al segretario generale dell’Onu Ban Ki Moon, ai leader di tutte le potenze, hanno parlato di atto atroce e codardo contro bambini indifesi. Ad alzarsi anche la voce di Malala, la giovane pachistana Nobel per la pace, e originaria della regione colpita. Ma dal quartier generale del talebani l’avvertimento è chiaro: quanto è accaduto è solo un trailer, presto ci saranno altri attacchi.  Paul Bhatti, leader della Alleanza delle minoranze pakistane:

R. – E’ un orrore. Dire che è una cosa che fa star male, è poco. E’ una cosa terribile, contro qualsiasi insegnamento religioso, contro qualunque ideologia umana: è inconcepibile una violenza di questo tipo. E io vorrei che lo Stato pakistano, e in particolare il governo attuale, prenda serie misure per eliminare questo tipo di violenza dal Pakistan: che non è soltanto contro il Pakistan, ma contro il mondo intero, contro l’umanità.

D. – In più, che cosa dovrebbe fare il governo? Dovrebbe cambiare completamente strategia?

R. – Anche se i terroristi erano sei, erano altamente preparati e questo non accade solo nel nord del Pakistan, ma è diffuso in tutto il Paese. E questo è frutto di quelle scuole nascoste, nelle quali si fa il lavaggio del cervello ai bambini proprio con questo obiettivo: che loro vivono, uccidono e muoiono in nome di questa ideologia. Fino ad adesso, noi non abbiamo visto passi concreti da parte del governo: che si impegnino a identificare queste scuole e a eliminare questa ideologia e identificare i bambini che sono, essi stessi, le prime vittime di questa ideologia. E questo non è stato fatto, nessuno lo fa. Condannano puntualmente, questo va bene, ma qui c’è bisogno di identificare la base di questo odio e di questa violenza che, secondo me, si trova in quelle istituzioni dove crescono queste persone che poi diventano terroristi. Di fronte a questo attacco, poi così orribile, si chiede veramente non solo un ulteriore impegno da parte nostra, ma anche da parte della comunità internazionale, passi concreti, ma anche strategie a lungo e medio termine. Perché altrimenti non riusciremo a venire fuori da questa situazione.

Mobeen Shahid, docente di Pensiero e religione islamica alla Pontificia Università Lateranense e fondatore dell’Associazione internazionale “Pakistani cristiani in Italia”:

"Negli ultimi due anni di azione, il TTP ha piuttosto attaccato target dove le Forze armate erano presenti. Finora sono stati sempre attacchi contro le forze armate nei punti strategici. Questa volta, la loro azione si è allargata alle zone civili, come le scuole, che si trovano in zone all’interno della città, si tratta di zone governate dalle forze armate all’interno delle quali ci sono poi le scuole dove i figli degli ufficiali vanno a studiare, dalle elementari fino alle superiori, e vengono chiamate Army public school. In questo caso, i talebani ha voluto dare una lezione alle forze armate attaccando queste scuole di formazione che secondo loro sono sul modello occidentale per cui sono contro la "sharìa" islamica. Questo tipo di attacco è in sintonia in realtà anche con il fenomeno che troviamo in Nigeria, come Boko Haram dove si vieta l’educazione sul modello occidentale. Non mi sorprenderei che i talebani comincino ad attaccare anche altre scuole sul territorio nazionale.








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