2014-12-14 00:00:00

Venezuela. Card. Urosa: combattere violenza e corruzione


L’arcivescovo di Caracas, card. Jorge Urosa Savino, nel suo messaggio di Natale ha invitato i fedeli a vivere un Natale “più profondo e autentico” e a rafforzare la fede in Dio, per combattere la corruzione e la violenza dei cuori e della società. Nel ribadire la preoccupazione del popolo venezuelano per la difficile situazione del Paese, il porporato ha ricordato che “l’attuale crisi economica è anche prodotto delle ingenti entrate per gli elevati prezzi del petrolio” che hanno portato al “gravissimo peccato dell’avidità, alla frenesia per il denaro facile, alla corruzione, al saccheggio delle risorse della nazione, alla speculazione”. In questo senso, ha affermato il porporato, c’è un ambiente socio-morale di negligenza, di poca consapevolezza della malignità delle azioni, ma anche di violenza che nelle sue più gravi forme di espressione porta all’odio, al crimine, alla delinquenza assassina e alla distruzione degli altri. “E’ necessario ricordare - scrive il card. Urosa - che tutto questo è peccato, che ci separa da Cristo rendendoci volgari delinquenti”, perché Dio nei suoi comandamenti ci dice: “non ucciderai, non ruberai”.

L’arcivescovo di Caracas ha anche fatto riferimento alle minacce che incombono sui cristiani in Venezuela. “La nostra fede è minacciata dalla superstizione” e  “dall’inesistente e falso spirito del Natale, che non è che banale idolatria e che dobbiamo rifiutare energicamente”. Il card. Urosa ha messo in guardia sulla minaccia della “espansione della santeria che è una religione diversa e contraria al cristianesimo, incompatibile con la fede in Cristo”. Inoltre, il porporato ha sottolineato che il maggiore pericolo per  i cristiani è la loro debolezza umana, che fa dimenticare la felicità di amare Dio sopra tutte le cose e gli altri più di se stessi.

L’arcivescovo ha esortato a vivere il Natale in un modo più profondo e autentico, a rafforzare la fede e a non dimenticare i fratelli che soffrono la solitudine, la malattia e la povertà. Infine, il porporato ha fatto un particolare appello “ai funzionari dello Stato responsabili delle prigioni perché trovino soluzioni ai gravi problemi che colpiscono queste strutture” e per il rispetto della vita e della dignità umana dei carcerati. “Avremo un Natale gioioso e proficuo - scrive il card. Urosa - se affronteremo la sfida di vivere come figli di Dio, di vivere come fratelli, praticando la solidarietà, rifiutando il male in ogni sua forma, perdonando chi ci offende, lavorando per il Paese, lottando per i diritti umani, per la libertà e per la giustizia”. (A cura di AlinaTufani)








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