2014-12-11 14:16:00

Esercito iracheno prepara offensiva contro jihadisti a Mosul


Le forze speciali dell'esercito iracheno si stanno preparando a lanciare una nuova offensiva per la riconquista di Mosul, nel nord dell'Iraq, caduta nei mesi scorsi nelle mani del sedicente Stato islamico (Is). Intanto, ha causato orrore la notizia diffusa da un pastore anglicano, Andrew White, per anni vissuto a Baghdad ma ora residente in Israele, il quale ha denunciato la barbara decapitazione in Iraq di quattro giovani cristiani, sotto i 15 anni: i ragazzi avrebbero rifiutato la conversione forzata all'Islam imposta dai miliziani dell'Is. In una testimonianza diffusa dall’Observatoire de la Christianophobie e riproposta dal sito iracheno ‘Ankawa’, il pastore rivela di aver appreso la notizia nel corso di una telefonata con un membro della comunità cristiana irachena, secondo cui i quattro ragazzi, prima di morire, avrebbero confermato di amare e seguire soltanto Gesù. Giada Aquilino ne ha parlato con mons. Saad Sirop Hanna, vescovo ausiliare caldeo di Baghdad e decano della facoltà di Teologia a Erbil:

R. – Noi abbiamo letto la notizia, ma non abbiamo alcuna conferma, neanche dai nostri villaggi accanto, nemmeno dalla gente che sta qui, che è venuta da quei villaggi che sono stati attaccati. Nessuno ci dice che c’è stata questa decapitazione dei bambini. Dovrebbe essere successo a Mosul, però lì ora non c’è nessun cristiano, perché i cristiani hanno lasciato la città e tutti i villaggi che sono stati presi dall’Is.

D. – Avete notizia dell’esercito iracheno che starebbe preparando un’offensiva per riconquistare Mosul?

R. – Le informazioni dicono che ci sono delle forze popolari, ma anche forze che appartengono all’esercito iracheno che si trovano al confine con Mosul e che si stanno preparando per entrare in città. Ma nessuno sa i dettagli: chi sono esattamente, quanti sono, cosa faranno, quando ci sarà questo attacco.

R. – Nessun cristiano è più a Mosul. Le persecuzioni, le uccisioni per motivi religiosi, gli abusi sulle donne, le chiese violate ed espropriate si accompagnano ad altre denunce di violenze contro i cristiani...

D. – E sono passati ormai quattro mesi da quando, il 6 agosto scorso, c’è stata la conquista della città di Mosul da parte dell’Is, quest’organizzazione terroristica islamica che ha conquistato la città e ha cacciato via tutti i cristiani.

D. – A Erbil, come nel resto dell’Iraq, è pieno inverno. Come vive la popolazione, come vivono i cristiani che sono riparati lì?

R. – Vivono in una situazione molto difficile, non hanno casa: abitavano nelle tende. Adesso abitano in caravan che però non bastano per tutti: ci sono ancora famiglie che sono accolte dai vicini o in altri luoghi, forse 15 persone dormono nella stessa stanza, non c’è il lavoro, non c’è il necessario nemmeno dal punto di vista economico per il sostentamento della famiglia e tutto ciò rende la situazione, la vita molto fragile e difficile. La Chiesa sta lavorando; ha fatto tanto per queste persone. Ma il loro numero è enorme: i villaggi che sono stati presi e distrutti sono molti. Tanta gente si trova qui e purtroppo la situazione delle famiglie è davvero difficile.

D. – Si avvicina il Natale: il Papa prega costantemente per i cristiani perseguitati, per i cristiani di Iraq. Che Natale sarà questo?

R. – Un Natale che sarà vissuto con tanta sofferenza. Forse sarà un’occasione per ricordare i tempi difficili del Vangelo. Noi, come Chiesa, come pastori, come vescovi, come preti cerchiamo comunque di seminare sempre la speranza nei cuori della nostra gente, pur sapendo che è molto difficile. Soprattutto, l’intero quadro politico non aiuta a stabilizzare un po’ la situazione. Dunque, un Natale che verrà vissuto proprio con tanta nostalgia della pace, della speranza, dell’amore, della prosperità, della tranquillità di vita. Che Dio ci aiuti a dare una bella testimonianza, perché non è facile farlo.








All the contents on this site are copyrighted ©.