2014-12-10 14:09:00

Italia, Atlante infanzia: meno spazi e opportunità


E’ un’infanzia con meno spazi e opportunità di crescita quella descritta da "Save the Children" nel quinto "Atlante dell’Infanzia (a rischio)" in Italia. L’Organizzazione impegnata nella difesa dei diritti dei più piccoli denuncia gravi carenze nei servizi urbani e scolastici e una povertà assoluta che ha raggiunto ormai 1,4 milioni di minori, specie nel Meridione. Ma tra le pagine si ritrovano anche speranze e percorsi virtuosi insieme alla rchiesta al govreno e alle istituzioni di accelerare l'attuazione dei progetti già previsti a favore dell'infanzia. Il servizio di Gabriella Ceraso:

Orizzonti sempre più ridotti quelli dei bambini e degli adolescenti italiani. Il 37% vive in città, matrigne più che materne, le definisce l’Atlante, perché invase da 37 milioni di macchine e senza spazi gioco - solo il 6% dei minori usa a questo scopo la strada e il 25% in cortile. Resistono i parchi pubblici per il 38,4% dei più piccoli, che diventano però il 12% al Sud. E difficile è la vita anche in famiglia. Quasi un minore su 4 vive in appartamenti inadeguati - perché poco luminosi, sovraffollati, umidi o con carenze strutturali - o in nuclei sotto sfratto, sono più di 65 mila nel 2013. Il resto lo fa la crisi economica: 1 milione e 434 mila gli under 18 in povertà assoluta, specie nel Mezzogiorno, con punte tra il 29 e il 19% in Calabria, Sicilia, Puglia e Sardegna. Raffaela Milano direttore programmi Save The Children Italia- Europa:

“Un ragazzo di cui riportiamo una testimonianza nell’Atlante, di Brindisi, parla del suo quartiere come un circuito chiuso, dal quale non si può quindi ad accedere a possibilità educative che sono indispensabili. Poi, purtroppo, le conseguenze di questa cecità nei confronti dell’infanzia si vedono nella povertà educativa. La metà dei bambini e degli adolescenti italiani che non ha letto un libro, se non quelli scolastici nel corso del 2013, la dice lunga su questa povertà educativa, che appunto è povertà anche di accesso a opportunità culturali ed di accesso allo sport”.

Infatti, la deprivazione materiale va di pari passo a quella culturale, visto che le famiglie tagliano la spesa alimentare ma anche sport, viaggi, cultura e svago. Il 60,8% dei ragazzi non ha visitato una mostra o un museo; non viaggia né si apre a nuovi mondi il 51,6% e lo sport è il grande assente nei pomeriggi del 53,7% degli adolescenti. Pomeriggi non occupati neanche da attività scolastiche, dato che il tempo pieno c’è solo nel 50% delle scuole elementari e medie di alcune regioni e bassi risultano i livelli di formazione e valutazione del corpo docente. Inadeguatezza del sistema scolastico denuncia dunque Save the Children:

“Quella funzione riequilibrante della scuola non viene più svolta e quindi il destino, in qualche modo, appare già segnato per quei bambini che vivono in quartieri più deprivati di risorse educative, magari con famiglie che faticano proprio a causa della crisi e che quindi mettono nel cassetto sin da molto piccoli tutte le loro prospettive di futuro. Questo è naturalmente gravissimo".

Ma c’è chi reagisce a questa povertà educativa perché un cambiamento è possibile. E l’Atlante dà voce a una molteplicità di interventi e pratiche coraggiose in questo senso: dimostrano che riaprire gli orizzonti dei minori e delle loro famiglie è già a portata di mano. Ancora Raffaela Milano:

“Penso appunto a chi apre le scuole il pomeriggio, riqualifica spazi per il verde, anche ai tanti ragazzi che sono direttamente impegnati nel riprendere i propri spazi sul territorio: dallo sport alla possibilità di creare accademie del cinema nei quartieri più svantaggiati. Che cosa succede però oggi in Italia? Queste realtà sono molto isolate. La cosa che noi chiediamo alle istituzioni è invece di prendere sul serio queste esperienze e di fare in modo che possano dettare anche un cambiamento di carattere più generale”.

Ma al governo e alle istituzioni questo Atlante chiede anche maggiore velocità nell’attuazione di quanto già previsto per i minori:

“La nuova social card può aiutare, però con troppa lentezza si sta diffondendo nel Paese. Gli asili nido: qui ci sono ancora milioni di euro che non sono spesi della vecchia programmazione europea. Quello che noi chiediamo al governo è di rendere veloce, di rendere effettivi degli interventi che di fatto già sono stati in qualche modo programmati. I tempi della crescita dei bambini non sono i tempi della burocrazia attuale”.

Dal canto suo, cresce l’intervento anche di Save the Children sul territorio. La rete dei punti luce sparsi ad alta densità educativa in zone prive di servizi aumenta: 11 sono stati aperti nel solo 2014. Inoltre, i minori in condizioni accertate di povertà vengono sostenuti da una dote educativa, un piano formativo personalizzato per dare nuove opportunità a migliaia di loro nell’ambito della campagna “Illuminiamo il futuro”.








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