2014-12-07 09:31:00

Kenya: paura tra i cristiani dopo attacchi Al Shabaab


Dall’ultimo massacro del 2 dicembre nella Contea di Mandera ad opera dei miliziani somali di Al Shabaab, costato la vita a 36 lavoratori delle cave, i cristiani in Kenya “vivono nel terrore, chiedendosi dove avverrà il prossimo attacco”. È quanto afferma in un’intervista all’agenzia Cns, mons. Emanuel Barbara, vescovo di Malindi, confermando le forti preoccupazioni espresse in questi giorni dai vescovi keniani.

“Ai nostri fedeli diciamo di fare attenzione e stare all’erta, senza però lasciare crescere sentimenti di rabbia e di vendetta”. Allo stesso tempo i vescovi stanno premendo sul governo per una riorganizzazione delle forze di sicurezza, la cui inadeguatezza – come già denunciato dal presidente locale di "Giustizia e Pace" mons. Zacchaeus Okoth - è anche legata alla corruzione endemica. “Vorremmo vedere le nostre forze di sicurezza prendere il controllo della situazione”, mentre adesso tra i keniani c’è “la diffusa sensazione che sono i militanti musulmani che decideranno quando e dove attaccare”, ha detto mons. Barbara.

Secondo il vescovo di Malindi, il moltiplicarsi di questi attacchi conferma l’esistenza di una strategia mirata contro i cristiani. Come per il precedente massacro del 22 novembre, quando nella stessa Contea di Mandera ventotto persone erano state assassinate per la propria appartenenza religiosa, anche questa volta gli Al Shabaab hanno ucciso solo i non musulmani.

Anche il direttore della Caritas di Mombasa, il religioso giuseppino John Mwangi Wambugu, ha confermato alla Cns la crescente paura della comunità cristiana, soprattutto nelle regioni costiere e nord-orientali più vicine alla Somalia, dove crescono di conseguenza le tensioni con la comunità musulmana.

Gli attacchi delle milizie fondamentaliste islamiche somale nel territorio keniano si sono intensificati dal 2011, quando il governo di Nairobi ha inviato truppe in Somalia per aiutare le forze anti-Shabaab.(L. Z.)

 








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