2014-12-06 15:24:00

Siria, attacco jihadista contro aereoporto: decine di morti


I miliziani dello Stato islamico (Is) hanno lanciato una violenta offensiva per la conquista dell’aeroporto militare di Deir Ezzor e controllerebbero gran parte dell’importante scalo della Siria orientale: decine i morti da entrambe le parti. Intanto l’Iran ha bombardato postazioni dell’Is in Iraq. A Baghdad oggi due attentati in quartieri sciiti hanno causato almeno 10 morti. Ieri a Washington, si è svolto l'incontro tra Re Abdullah II di Giordania e il presidente americano Obama. Il sovrano ha detto che contro lo Stato Islamico è in corso una terza guerra mondiale. Su queste dichiarazioni Giancarlo La Vella ha raccolto il commento di Lorenzo Trombetta, dell’Ansa di Beirut:

R. – L’accostamento con una guerra mondiale - anche per quantità di vittime, per quantità di distruzione e per le ripercussioni che avrà nel lungo, lunghissimo periodo – Abdullah non è il primo a farlo, ma credo che sia un accostamento comunque appropriato. Al di la della questione Stato Islamico, questa composizione di Stati nazionali in Medio Oriente da tempo scricchiolava e con le rivolte del 2010 e poi del 2011 e anche in seguito, le guerre che stanno rimettendo in discussione – in modo anche molto violento, molto drammatico, barbaro in certi casi – gli ultimi cento anni di storia. Siamo veramente in una lotta di potere più grande della questione Stato Islamico-jihadisti-islam contro cristiani. Davvero questo momento sarà raccontato nei libri di storia… Speriamo che da questa tragedia rinasca un Medio Oriente migliore di quello che era nei decenni precedenti. Quello che è successo tra il 2010 e il 2011 e le conseguenze drammatiche che stiamo vivendo adesso sono il risultato anche dell’assenza di una politica locale e anche internazionale, su come gestire le società che per decenni si sono sentite depresse, messe da parte, dimenticate, fuori da un benessere sempre di pochi.

D. – Quando si cominciò a parlare dello Stato Islamico, si immaginò – anche con un certo timore – una sorta di alleanza del fondamentalismo armato: ovvero Is più al-Qaeda. Questo però non c’è stato: che motivo c’è dietro questa mancata alleanza?

R. – L’al-Qaeda, quella che conoscevamo noi negli ultimi dieci anni, ha perso piano piano sempre più consenso sul terreno. Lo Stato Islamico ha saputo raccogliere e oggi si propone con una veste nuova, con una ideologia mediata da al-Qaeda, ma comunque con degli elementi nuovi che lo rendono più appetibile, più interessante, più attraente nei confronti di milioni di giovani disadattati del mondo orientale, ma anche del mondo occidentale. Quindi non ci poteva essere una alleanza con al-Qaeda semplicemente perché l’Is proviene dal qaedismo, lo ha sviluppo, lo elaborato e lo ha raffinato in un contesto però storico e geografico dove al-Qaeda tradizionale non aveva mai potuto confrontarsi veramente.








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