2014-12-03 14:56:00

Giornata persone disabili: tecnologia un mezzo di inclusione


“La legge delega di riforma del Terzo settore sarà in aula tra febbraio e marzo”: lo ha promesso il premier italiano, Matteo Renzi, nell’incontro di oggi a Palazzo Chigi sulla Giornata internazionale delle persone con disabilità. Il tema della Giornata di quest’anno è la tecnologia come strumento per l’inclusione, come ha ricordato il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon. Corinna Spirito ha approfondito la questione con Filippo Buccella, presidente di "Parent Project", onlus che si occupa della distrofia muscolare Duchenne e Becker:

R. – Tutte queste tecnologie possono dare un grande impulso all’inclusione. Ad  esempio, oggi sono facilmente reperibili dei modi per interfacciare il proprio smartphone con una carrozzina elettrica. Questo permette non solo di governare la carrozzina, con uno strumento molto agile e molto semplice, ma anche di interagire con l’ambiente a persone che prima avevano delle difficoltà motorie. Ad esempio, si possono chiudere le serrande, la domotica ha fatto dei passi avanti. Esistono anche tecnologie che hanno permesso di vedere a persone che da circa 30 anni non era in grado di farlo, così come esiste tutta una serie di arti meccanici che possono favorire il ripristino delle funzioni delle braccia, anche per chi ha perso del tutto l’arto.

D. – Il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, ha ricordato però che molti disabili non hanno ancora accesso agli strumenti tecnologici. Qual è la situazione in Italia?

R. – Il nostro è un Paese evoluto da un punto di vista tecnologico, quindi questi strumenti “sarebbero” a disposizione. Ora come ora, sono a disposizione per chi ha capacità economiche tali da poterli acquistare in proprio o aggiungendo un contributo a quello che il nostro Servizio sanitario può fornire, perché questi sono degli ausili compresi all’interno di uno strumento che è un prontuario terapeutico in cui dovrebbe essere previsto un prezzo di rimborso da parte del nostro servizio sanitario. Il problema principale è che questo prontuario non viene rivisto da 20 anni, quindi non sono incluse una serie di nuove tecnologie o, se lo sono, hanno dei costi irraggiungibili. Quindi, lo Stato non permette l’utilizzo in maniera allargata di questi ausili.

D. – La  Giornata internazionale della disabilità ha anche come scopo far conoscere i problemi principali quotidianamente affrontanti da persone disabili. Quali sono in Italia?

R. – In Italia, sono gli stessi degli ultimi 40 anni: barriere culturali e barriere architettoniche. Anche se sono state fatte leggi, di fatto, credo che purtroppo oggi come oggi in una grande città, come Roma o Milano, la percentuale di adesione a queste norme forse non supera il 20% nei locali pubblici, una cosa che sicuramente non permette l’inclusione alle persone che hanno difficoltà motorie. Per quanto riguarda le difficoltà non motorie persistono comunque barriere culturali enormi – e forse sono anche peggiorate – perché negli ultimi anni c’è la tendenza a scatenare guerre tra poveri e chiunque ha un diritto da tutelare deve sempre tutelare la propria legittimità nella richiesta di questo diritto di fronte a tantissime altre richieste legittime.

D. – Qual è la situazione dell’inclusione per quanto riguarda la scuola e il lavoro?

R. – Per quanto riguarda la scuola, sono stati fatti grandi passi avanti ma non siamo ancora in una situazione ottimale. Per quello che noi sappiamo, continuano a esserci situazioni di grave disagio in cui ancora persiste la “classe” dei disabili – cioè vengono riuniti i disabili di qualsiasi genere in una sola classe – come poi esistono magari delle situazioni molto avanzate in cui l’inclusione è ottima. Però, non c’è uno standard minimo garantito che permetta di gestire queste problematiche a livello nazionale.








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