2014-12-02 12:30:00

Vescovi del Centrafrica: banditismo minaccia la pace


“Il popolo è ancora ostaggio di gruppi armati presenti sul territorio e che occupano la scena nazionale” denunciano i vescovi centrafricani nel messaggio per l’Avvento redatto dal Consiglio permanente della locale Conferenza episcopale. “La libertà di portare avanti le proprie attività e di far fronte onestamente ai propri bisogni è una pura illusione per molti nostri compatrioti. In effetti l’insicurezza costringe ancora numerose persone ad abbandonare le proprie case e villaggi per rifugiarsi in campi di fortuna, come a Bangui, a Bambari, a Batangafo” continua il messaggio, che ricorda come i vescovi abbiano denunciato “più volte le condizioni di precarietà alle quali sono ingiustamente sottoposti i centrafricani dall’inizio della crisi politico-militare (fine 2012 inizi 2013). Si direbbe una discesa all’inferno”. 

I gruppi che si sono combattuti durante la guerra civile, la coalizione ribelle Seleka e le milizie anti balaka - riferisce l'agenzia Fides - pur formalmente sciolti, hanno dato vita a una serie di gruppi banditeschi che imperversano nel Paese, al punto che i vescovi affermano di essere “inquieti per la crescita del grande banditismo”. Tra gli atti commessi da queste bande, ci sono i sequestri di persone, che non hanno risparmiato nemmeno i missionari, come padre Mateusz Dziedzic, sacerdote Fidei Donum polacco, di recente liberato.

“Sembra che alcuni si divertano a disseminare armi in mezzo alla popolazione. È un gioco estremamente pericoloso, che non favorisce certo la coesione sociale” afferma il messaggio.

Dopo aver esortato le forze di sicurezza nazionali e internazionali a rafforzare le misure di sicurezza a favore dei civili, i vescovi concludono ricordando che la pace duratura è un dono di Cristo, che però dipende da ciascuno, e che lo strumento ideale per ottenerla è il dialogo e il confronto costruttivo. (R.P.)








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