2014-11-29 11:34:00

Vita Consacrata. Card. de Aviz: un Anno per valutare cammino fatto


La Chiesa vive la vigilia dell’apertura dell’Anno della Vita Consacrata, che durerà fino al 2 febbraio 2016. Stasera una Veglia di preghiera in Santa Maria Maggiore sarà il preludio alla Messa solenne di domani, alle 10, nella Basilica Vaticana, che sarà presieduta dal cardinale João Braz de Aviz, prefetto del dicastero della Vita Consacrata. Al porporato, Silvonei Protz ha domandato quali siano i temi di rilievo di questo speciale periodo:

R. – Noi vogliamo in questo momento rispondere a una decisione molto gradita di Papa Francesco, che ha voluto questo Anno della Vita consacrata. Per noi rispondeva molto a quello che c’era anche nel nostro cuore, qui, nella Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica, cioè dei religiosi, e ci sembrava necessario anche per tutto il mondo dei consacrati. Noi volevamo riavvicinarci a questa realtà come a una realtà di Chiesa, soprattutto in questo momento in cui compiamo i 50 anni del Concilio. Il decreto “Perfectae caritatis” invitava a un rinnovamento profondo alla vita consacrata nella Chiesa. Questo cammino ha adesso 50 anni. Noi volevamo vedere a che punto siamo.

D. – Che fotografia possiamo fare allora di questo cambiamento di 50 anni?

R. – Noi ci siamo riuniti a Roma proprio in questi giorni per approfondire questa realtà e abbiamo voluto subito imprimere questa visione positiva: “Vino nuovo in otri nuovi”. Cioè, noi vogliamo vedere quale sia il positivo di tutto questo periodo, perché molte cose sono maturate, e quali siano adesso le strutture che sono diventate vecchie, che dobbiamo rivedere. Noi abbiamo preso in esame tre campi per vedere più da vicino cos’è successo nella formazione dei consacrati, cosa sta succedendo nella questione anche della vita comunitaria e, ancora, il terzo valore che bisogna ripensare è la questione del governo: cioè, come va l’autorità, come va l’obbedienza in questo rinnovamento, in questo momento della globalizzazione, in questo momento di rapporti così rapidi, stretti, nella complessità di tutto quello che include anche i mezzi di comunicazione? E stiamo vedendo i processi di morte e i processi di vita in fieri, che si stanno facendo. E’ una sfida un po’ grossa. Stiamo elaborando un nuovo documento in cui vorremo fare un po’ il punto su questa situazione per andare avanti. Però, già possiamo dire che noi guardiamo al passato con una memoria molto grata a Dio, al futuro con il desiderio di non aver paura perché il futuro è nelle mani di Dio, e Dio è fedele, e nel presente riprendere il cammino della gioia e anche della passione.

D. – È stata pubblicata e divulgata al mondo anche la lettera per questo anno della vita consacrata…

R. -  Noi siamo rimasti veramente molto toccati dalla delicatezza del Papa, perché lui dimostra che vuol bene ai religiosi e lo dice proprio nella lettera: io vi parlo come Pietro, però vi parlo come consacrato. E’ la prima frase. Questo ci ha dato una gioia immensa perché si identifica con noi. Mi sembra sia una spinta molto forte per questa ripresa della vita consacrata.

D. – C’è qualche novità che il Papa porta anche alla vita consacrata?

R. – Penso che lui spinga molto sul ritornare alla vita comunitaria e sulla questione della testimonianza. Allora: primo, tornare a essere discepoli di Gesù, secondo, ritornare ai fondatori alle fondatrici nelle cose che sono centrali del carisma, e terzo, avere la mente, gli occhi aperti a questo dialogo nel mondo.








All the contents on this site are copyrighted ©.