2014-11-29 17:26:00

Papa alla Diyanet: capi religiosi denuncino violazioni diritti


A conclusione della prima giornata in Turchia, Papa Francesco si è recato per l'incontro interreligioso alla Diyanet, il Dipartimento per gli Affari Religiosi. Alla presenza del presidente, Mehmet Gormez, e di varie personalità della comunità musulmana, nel suo discorso il Papa ha messo in rilievo il ruolo delle religioni di fronte alle violenze che caratterizzano quest’epoca. Il servizio di Giancarlo La Vella:

Papa Francesco pone l’accento sul grande compito spirituale e morale che investe i leader di tutte le religioni. Mutuo rispetto, amicizia, nonostante le differenze, sono valori fondamentali, decisivi in un’epoca come quella attuale caratterizzata da guerre, fame, povertà e disperazione, conflitti interreligiosi e interetnici. Tutti aspetti che si riflettono drammaticamente su popolazioni intere e sull’ambiente. In particolare il Pontefice ricorda la tragedia che in Medio Oriente si sta vivendo in Siria e Iraq.

"Tutti soffrono le conseguenze dei conflitti e la situazione umanitaria è angosciante. Penso a tanti bambini, alle sofferenze di tante mamme, agli anziani, agli sfollati e ai rifugiati, alle violenze di ogni tipo. Particolare preoccupazione desta il fatto che, soprattutto a causa di un gruppo estremista e fondamentalista, intere comunità, specialmente – ma non solo – i cristiani e gli yazidi, hanno patito e tuttora soffrono violenze disumane a causa della loro identità etnica e religiosa". 

Di fronte al dolore di che ha lasciato casa e beni, pur di salvare la vita e non rinnegare la propria fede, i capi religiosi – sottolinea il Papa – hanno un preciso compito.

"In qualità di capi religiosi, abbiamo l'obbligo di denunciare tutte le violazioni della dignità e dei diritti umani. La vita umana, dono di Dio Creatore, possiede un carattere sacro. Pertanto, la violenza che cerca una giustificazione religiosa merita la più forte condanna, perché l’Onnipotente è Dio della vita e della pace. Da tutti coloro che sostengono di adorarlo, il mondo attende che siano uomini e donne di pace, capaci di vivere come fratelli e sorelle, nonostante le differenze etniche, religiose, culturali o ideologiche".

Ma non basta la denuncia – sottolinea Papa Francesco –: occorre il comune lavoro, per trovare adeguate soluzioni, la collaborazione di governi, leader politici e religiosi e di tutti gli uomini e donne di buona volontà; un compito che investe in particolare musulmani e cristiani alla luce degli elementi comuni alle due fedi:

"Riconoscere e sviluppare questa comunanza spirituale, attraverso il dialogo interreligioso, ci aiuta anche a promuovere e difendere nella società i valori morali, la pace e la libertà. Il comune riconoscimento della sacralità della persona umana sostiene la comune compassione, la solidarietà e l’aiuto fattivo nei confronti dei più sofferenti".

Infine, il vivo apprezzamento del Santo Padre a tutto il popolo turco, musulmani e cristiani, per quanto sta facendo verso le centinaia di migliaia di persone che fuggono dai loro Paesi a causa dei conflitti.








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