2014-11-27 15:33:00

Presentate le linee guida per proteggere l'arte nelle chiese italiane


Capire in che modo proteggere i numerosi beni artistici ed architettonici presenti nelle chiese italiane. Questo l’obiettivo delle “Linee guida sui beni culturali ecclesiastici”, presentato dalla Conferenza Episcopale italiana in collaborazione con il Ministero dei Beni culturali e l’Arma dei carabinieri, questa mattina a Roma. All’incontro è intervenuto anche il ministro Dario Franceschini che ha sottolineato come questo patrimonio debba essere fruibile al pubblico, ma che è necessaria anche una particolare attenzione verso di esso. Il servizio di Marina Tomarro:

Il 40 % dei beni artistici trafugati appartiene alle oltre 95 mila chiese sparse sul territorio italiano e che contengono spesso beni artistici di valore inestimabile. E’ questo il primo dato emerso dalle linee guida per la tutela dei beni culturali ed eclesiastici. Sono oltre 3 milioni ed 800 mila i beni storici ed artistici inventariati: diventa fondamentale allora la collaborazione tra carabinieri e Chiesa. Ascoltiamo mons. Nunzio Galantino, segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana:

“In genere, soprattutto i parroci di periferia, come me, dovevano contare su qualcuno, qualcuno che li proteggesse. La sinergia tra l’Arma, il Nucleo di tutela per i Beni Culturali, e anche tutto il lavoro che l’Ufficio della Conferenza episcopale italiana fa per la custodia e per la tutela di questi beni, è straordinaria: è veramente supporto serio a chi si trova in difficoltà. Questi poveri vasi di coccio che hanno dentro grandissimi tesori”.

Importantissima è anche la conservazione di questi tesori. Attualmente sono circa 700 i cantieri di restauro aperti nelle diverse chiese italiane. E fondamentale è anche la formazione dei parroci. Ancora mons. Galantino:

“Molte volte, purtroppo, chi ha in custodia questi beni non sempre ci arriva preparato, non sempre vive questo rapporto con i beni in maniera corretta. Molte volte – dobbiamo dirlo, con grande dolore – c’è superficialità e c’è pressapochismo anche nella custodia dei beni. E non mi riferisco qui soltanto alla Chiesa o alle chiese. Grazie a Dio, però, è cresciuta tantissimo la sensibilità. D’altra parte queste linee guida sono un po’ il frutto della collaborazione tra il nostro ufficio e anche il Comando dei Carabinieri”.

Proteggere queste opere vuol dire tutelare il passato guardando verso il futuro:

“Il nostro impegno è proprio questo, attraverso questo strumento: cercare di rafforzare e creare sempre maggiore sensibilità rispetto a questa sensibilità. Non sono beni nostri, sono beni che ci vengono dal passato; sono valori che noi non possiamo assolutamente lasciar cadere o comunque trascurare”.








All the contents on this site are copyrighted ©.