L’esecutivo preme per un percorso rapido del Jobs Act, che ha avuto già il via
libera della Commissione Lavoro al Senato senza emendamenti e approderà alla Camera
martedì, con un Pd diviso al suo interno. Non ci stanno i sindacati che assicurano:
“Faremo di tutto perché le norme sul lavoro non vadano in vigore’’. Intanto il premier
Renzi annuncia un giro di vite sull’evasione fiscale. Paola Simonetti:
E’ passato senza emendamenti il disegno di legge delega
sul lavoro, il cosiddetto Jobs Act, licenziato dunque dalla commissione Lavoro al
Senato invariato rispetto alla versione approvata dalla Camera. Il provvedimento approderà
in aula martedì prossimo, in un clima di divisione interna al Pd e il ministro del
Lavoro Poletti non esclude la fiducia. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio
Delrio intanto ribadisce la necessità di tempi rapidi per il Jobs Act, perché agli
inizi di gennaio dovranno essere operativi i primi decreti legislativi. Sul tema restano
divergenti le posizioni dei sindacati. La Cisl ripete che 'per cambiare non serve
uno sciopero generale, mentre la Cgil assicura: "Utilizzeremo tutti gli strumenti
possibili perche le norme del provvedimento non vadano in vigore", compreso un ricorso
all'Unione Europea. Intanto il presidente del consiglio Renzi annuncia il pugno più
duro sull’evasione fiscale: "E' necessario stangare i furbi, ma – aggiunge- allo stesso
tempo servono norme più semplici". Il ministro dell'Economia Padoan, ha sottolineato
come l'evasione fiscale sottragga all'erario somme ingenti, che "potrebbero invece
servire per migliorare il bilancio pubblico, ridurre la la pressione fiscale e perseguire
obiettivi di equità sociale".
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