2014-11-25 08:00:00

Ferguson: l’agente non sarà incriminato, notte di guerriglia


Notte di tensioni e violente proteste a Ferguson e in altre città statunitensi, dopo l’annuncio del verdetto del Gran Giurì, che ha deciso di non incriminare, per mancanza di prove, l’agente Darren Wilson, il poliziotto che il 9 agosto scorso a Ferguson sparò e uccise il diciottenne nero Michael Brown. Il presidente Obama si unito alla famiglia della vittima nel chiedere manifestazioni pacifiche. Sentiamo Marco Guerra:

Non ci sono prove sufficienti per incriminare Darren Wilson, l’agente che il 9 agosto scorso ha ucciso il giovane afro-americano Michael Wilson a Ferguson, in Missouri. Subito dopo il pronunciamento del Gran Giurì, comunicato alle 20:15 dal procuratore Robert McCulloch; per le strade di Ferguson la folla è insorta contro la polizia schierata in tenuta antisommossa, tirando sassi, bottiglie incendiando auto e spaccando vetrate. Nel corso della notte sono risuonati anche colpi d’arma da fuoco e sono arrivati i blindati. Ad University City, altro sobborgo di St. Louis, in cui ricade anche la stessa Ferguson, un poliziotto è stato ferito da un colpo di pistola. Le manifestazioni di protesta sono dilagate anche in altre città, da Seattle a New York, dove tre ponti, tra cui quello di Brooklyn sono stati chiusi al traffico da migliaia di manifestanti scesi in strada. “Non ci sono scuse per la violenza” ha detto il presidente Obama rinnovando il suo invito a protestare in modo pacifico. L’inquilino della Casa bianca ha aggiunto tuttavia che ci sono ancora dei problemi nelle relazioni razziali e che le comunità di colore “questi problemi non li inventano". Appello alla calma anche dalla famiglia del ragazzo ucciso, sebbene il padre di Michael Brown si sia detto “devastato”. 








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