2014-11-17 16:30:00

G20. Oxfam: manca impegno finanziario concreto contro Ebola


Il G20 ha preso consapevolezza della gravità dell’epidemia di Ebola e delle conseguenze che avrà a lungo termine, ma non ha preso nessun impegno finanziario concreto. E il tempo sta scadendo. Sono deluse le Ong come Oxfam che, insieme con Save the Children, stanno raccogliendo firme per sollecitare l’attenzione internazionale sulla crisi nell’Africa occidentale, dove l’epidemia non cessa di avanzare. Gabriella Ceraso ha raccolto il commento di Silvia Testi, responsabile ufficio Africa dell’Oxfam:

R. – Il G20 ha parlato di cooperazione bilaterale, di sostenere l’intervento che già viene condotto dalle organizzazioni internazionali. Però, noi ci aspettavamo che questo sarebbe stato accompagnato da un impegno e da una mobilitazione concreta di risorse. Questo perché sappiamo che comunque il G20, anche volendo salvaguardare la ricchezza globale, non può permettere che l’economia di questa regione del mondo venga completamente destabilizzata, come evidentemente sta avvenendo. Tra l’altro, sappiamo che c’era un obiettivo delle Nazioni Unite di ridurre la diffusione del virus drasticamente entro il primo dicembre: se non vengono prese misure conseguenti, questo non sarà possibile.

D.  – Il Fondo monetario internazionale (Fmi) ha sbloccato 300 milioni di dollari supplementari per far fronte all’epidemia, per ridurre anche un po’ la pressione su Guinea, Liberia e Sierra Leone. E’ una cosa positiva, come la valutate?

R. – E’ una cosa sicuramente positiva. Quello che noi sappiamo è però che c’è bisogno di fare molto di più. C’è bisogno di stanziamenti economici molto più significativi. Le strutture sanitarie, i centri che attualmente sono operativi nei Paesi sono assolutamente sottodimensionati. Attualmente, il Paese maggiormente bisognoso da questo punto di vista è la Sierra Leone, dove sembra che l’epidemia sia effettivamente più forte in termini di diffusione.

D. – Se ne parla un po’ meno, in questi giorni, mi sembra, di Ebola, forse perché i casi in Europa e nel resto del mondo sono diminuiti. In Africa possiamo dire che c’è stato un miglioramento o la situazione è in stallo?

R.  – La situazione in Africa non è una situazione che possiamo definire in termini di miglioramento, purtroppo. Nonostante la diminuzione nella diffusione del virus in Liberia e in Guinea, la situazione è assolutamente drammatica sia da un punto di vista sanitario sia da un punto di vista economico e sociale in generale. Dalla scarsità di cibo che è dovuta alla chiusura delle frontiere, alle malattie degli animali, dei produttori, che con questo clima di paura non vengono affrontate… Questo sta creando tensioni, violenze. C’è un aumento dei prezzi e ci sono difficoltà logistiche di trasferimento da un Paese all’altro ma anche nei Paesi stessi. Quindi, stiamo parlando di economie che stanno subendo un arresto veramente drammatico. Noi stiamo lanciando proprio in questi giorni una campagna di raccolta firme in moltissimi Paesi, dall’Europa agli Stati Uniti all’Australia, in tutti i Paesi dove Oxfam è presente, e questo sarà utilizzato anche per accompagnare questa richiesta al G20 anche per stimolare l’attenzione su Ebola e per far vedere che c’è effettivamente un interesse e una mobilitazione anche a livello locale rispetto a questo. Quindi, è una richiesta molto forte ai nostri governi.








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