2014-11-14 12:35:00

La Lev presenta libro di Paolo Portoghesi


L’urgenza del cambiamento sulla gestione dei temi ambientali, per rendere meno incerto il futuro della nostra società. È l’appello emerso durante la presentazione del volume dell’architetto Paolo Portoghesi “Il sorriso di tenerezza. Letture sulla custodia del creato”, edito dalla Libreria Editrice Vaticana, che si è svolta ieri a Roma presso l’Accademia di San Luca, di cui l’autore è presidente. Il titolo dell’opera, che “nasce dal desiderio di spingere il lettore a riconoscere nella bellezza del creato l’impronta del Creatore” e che insieme alle riflessioni di Portoghesi presenta un’antologia di testi di ispirazione cristiana sul rispetto del creato, si riferisce a una metafora di Simone Weil, secondo la quale il sorriso di Gesù risplende nelle bellezze della terra, ma richiama anche le parole di Papa Francesco, che più volte ha usato l’espressione “tenerezza”.

“Il libro – ha spiegato Portoghesi – raccoglie scritti che appartengono a epoche diverse, lungo un percorso a ritroso di quasi tremila anni. Vicini o lontani nel tempo, però, tutti sono di grande attualità perché riguardano il rapporto tra l’uomo e il creato in un periodo in cui alla cura e all’utilizzo equilibrato, si è sostituito lo sfruttamento e la rapina, con il risultato di far sì che ogni generazione lasci alla successiva un ambiente di vita peggiorato e impoverito”. Certo, riconosce l’autore, “nel creato non c’è solo bellezza e armonia, ma ci sono anche conflitti, dissonanze, crudeltà e tanto dolore”. Ma “la gioia che si prova ammirando la bellezza del creato”, e questo è il filo conduttore del volume, “non avrebbe il senso profondo che ha, se non si leggesse in essa, insieme alla fragilità e alla grazia, l’imminenza del dolore”.

Il libro si articola in undici capitoli, a iniziare dalla Bibbia, poi la Patristica, con passaggi, tra gli altri, di Ilario di Poitiers, Efrem il Siro, Basilio Magno, Ambrogio e Agostino, la cultura medioevale con Ildegarda di Bingen e Francesco d’Assisi, la cultura umanistica e della Riforma cattolica, con brani di Marsilio Ficino, Pico della Mirandola, Ignazio di Loyola, Teresa d’Avila e Giovanni della Croce, il Romanticismo con Hölderlin, Novalis e Chateaubriand, la cultura moderna, da Dostoevskij a Bloy, Peguy, Rilke e Bernanos, Luzi e Turoldo, il Concilio Vaticano II e gli ultimi Papi, da Pio XII a Francesco, con un approfondimento sulla via pulchritudinis, in quanto la bellezza del creato rimane “per la cultura cristiana elemento chiave per avvicinarsi a Dio, per sentirne la presenza e comprenderne quindi l’amore dimostrato per l’uomo e per ogni altra creatura”. I brani degli autori citati si alternano alle considerazioni dell’autore e a decine di foto che ritraggono animali, piante, paesaggi urbani e fenomeni naturali, realizzate dallo stesso Portoghesi, che ha progettato edifici in molte regioni italiane – dalla Grande Moschea di Roma al teatro di Catanzaro, dalla piazza Leon Battista Alberti di Rimini a chiese presso Salerno, Terni, Vicenza, Calcata, Castellaneta –, ma anche all’estero, come la reggia di re Hussein di Giordania, la Torre del Respiro a Shanghai, il quartiere turistico “Mar Azul” in Argentina.

Paolo Portoghesi vede la natura “come un grande libro da sfogliare, con appassionata dedizione, per rintracciare in ogni sua pagina l’impronta del Creatore”, ha spiegato il card. Raffaele Farina, archivista e bibliotecario emerito di Santa Romana Chiesa. “È da questa propensione a vedere l’invisibile nel visibile – ha concluso il porporato – che è nato questo libro che raccoglie le testimonianze dell’atteggiamento cristiano di fronte alla natura e quindi della volontà di custodirla come un dono prezioso utilizzandola per le necessità della vita, con amorosa gratitudine verso il Creatore”. Tenendo però  presente la “differenza sostanziale tra l’uomo e le altre creature viventi – ha precisato Portoghesi –: l’uomo è il solo che, in quanto cosciente della sua condizione di abitante del pianeta, ha nei suoi confronti e nei confronti di tutti i suoi abitanti, precise responsabilità che non può condividere, anche se lo volesse, con nessuno dei suoi coinquilini”.








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