2014-11-12 16:14:00

A Roma proteste contro un centro per immigrati


Sassi alle finestre, bombe carta, cassonetti incendiati, feriti 14 poliziotti e un operatore Rai. Ieri una cinquantina di persone ha tentato un vero e proprio assalto al Centro d’accoglienza per immigrati di viale Giorgio Morandi, nel quartiere romano di Tor Sapienza. I residenti sono esasperati dallo stato di abbandono in cui verte il quartiere e chiedono più sicurezza. La Cairtas di Roma, intanto, invita “gli uomini delle istituzioni, i politici, gli operatori della comunicazione e tutti coloro che hanno responsabilità, a non alimentare tale clima di paura e impotenza”. Sulla situazione nel quartiere di Tor Sapienza, Corinna Spirito ha intervistato Giammarco Palmieri, presidente del V Municipio.

R. – C’ è stata una manifestazione nella tarda serata dell’altro ieri con scontri, lanci di bombe carta, contro il centro di accoglienza lì presente. Ieri mattina io, insieme all’assessore alle politiche sociali e i rappresentanti del Centro, abbiamo incontrato alcuni rappresentanti del comitato della zona di via Morandi e via Tranquillo Cremona e loro ci hanno posto problemi relativi soprattutto alla vivibilità del quartiere, quindi disponibilità di spazi per attività comunitarie, potature, illuminazione, pulizia… Sono state concordati con i rappresentanti del centro di accoglienza alcuni piccoli accorgimenti per favorire una convivenza migliore e sono stati accettati. Noi abbiamo dato la disponibilità ad aprire un tavolo. Ieri pomeriggio era prevista un’assemblea, abbiamo dato la disponibilità ad essere presenti, tant’è che c’era l’assessore alle politiche sociali del municipio. Poi, in realtà, l’assemblea si è trasformata immediatamente in un presidio, teso ma sostanzialmente pacifico, dei cittadini di Tor Sapienza, in particolare delle donne, che chiedono maggior sicurezza nel quartiere, maggior decoro, la lotta la degrado. Dopo le 10 invece c’è stata un’azione di un gruppo consistente - 60, 70 persone - sembra anche ben organizzato: sono stati incendiati cassonetti, ci sono stati feriti, fra le forze dell’ordine ci sono 10 contusi… Un clima molto pesante. Mentre nel pomeriggio di ieri la manifestazione era effettivamente dei cittadini, che hanno manifestato contro il degrado più in generale, in quella di ieri sera sembra che non tutti i partecipanti fossero del quartiere. C’è anche questa preoccupazione, che possano esserci organizzazioni esterne che stanno cavalcano questa vicenda per azioni violente. Naturalmente noi con i violenti non ci mettiamo a nessun tavolo.

D. – L’illegalità diffusa, denunciata dai residenti, è effettivamente legata al Centro di accoglienza o gli immigrati sono solo un capro espiatorio?

R.  – Non mi risulta che fenomeni di violenza sono stati perpetrati, in questa ultima fase quantomeno, da persone del Centro. Il Centro peraltro è lì dal 2011 e non è che è arrivato ora. Fra i cittadini, in generale di tutto il quartiere, non solo della zona di Morandi, c’è preoccupazione. Ci dicono che ci sono fenomeni di scippi, di tentativi di rapine, una sensazione di illegalità diffusa, però io non mi sento di dire che questi fenomeni siano legati alla presenza del Centro di accoglienza o agli ospiti del Centro.

D. – Quali sono i primi passi per garantire una maggiore sicurezza ai residenti?

R. - Già abbiamo parlato con l’assessore all’ambiente del comune di Roma per lavorare su potatura degli alberi, quindi favorire una migliore illuminazione del quartiere e una pulizia del quartiere più approfondita. Stiamo ragionando sulla possibilità di mettere a disposizione spazi all’interno dei quali i cittadini, anche auto-organizzandosi, possano mettere in campo iniziative sociali, culturali. Dopodiché sul tema dei centri di accoglienza c’è un dato, credo incontrovertibile: si tratta di strutture che laddove sono presenti una certa quota di preoccupazione nei cittadini la generano. Io credo che Tor Sapienza stia dando molto in termini di accoglienza. La città di Roma ha il dovere di fare il suo nei confronti di persone che hanno questo bisogno. Però deve essere la città di Roma: non ci possono esser alcuni quartieri che, sostanzialmente, da soli fanno il lavoro di tutta Roma. Queste strutture vanno distribuite meglio sul territorio cittadino, per evitare di dare l’impressione che si concentrino in alcuni quartieri, che già dal punto di vista della qualità urbana non sono il non plus ultra, e che quindi vengano percepiti come un ulteriore elemento di diminuzione della qualità urbana. Tor Sapienza, da questo punto di vista, sta dando molto. Secondo me è giusto che il resto della città dia qualcosa a Tor Sapienza in questo senso.








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