2014-11-07 12:20:00

Pakistan: famiglie dei cristiani uccisi chiedono giustizia


Le famiglie dei due coniugi cristiani bruciati vivi il 4 novembre, nel distretto di Kasur, chiedono giustizia e sperano in un futuro migliore. Lo riferisce all’agenzia Fides l’avvocato Sardar Mushtaq Gill, che riporta quanto le famiglie hanno detto all’incontro con il primo ministro del Punjab, Shahbaz Sharif, che si è recato in visita nelle loro case. Sharif ha promesso giustizia, annunciando anche un risarcimento di dieci milioni di rupie e un terreno di dieci ettari. Intanto, come riferisce sempre l’avvocato Gill, la polizia si sta muovendo molto attivamente nei villaggi circostanti, alla ricerca dei colpevoli del linciaggio. Sono partite denunce contro 60 uomini e altri 500 ignoti, mentre 54 sono stati finora arrestati, come ha detto l’ispettore di polizia Muhammad Ali, incaricato dell’inchiesta.

“I cristiani pakistani – afferma Gill – sono nel terrore, dopo questo incidente orribile. Chiediamo a tutti di pregare per le famiglie delle vittime e per tutti coloro che lavorano in Pakistan per difendere le vittime della legge sulla blasfemia, persone spesso minacciate di morte per questo impegno”. Domenica 9 novembre, in numerose chiese i cristiani pakistani vivranno una speciale veglia di preghiera, in comunione con altre comunità cristiane in tutto il mondo, per i cristiani perseguitati. Un’altra notizia, conclude l’agenzia, ha turbato il Paese: un uomo musulmano, accusato di blasfemia, è stato ucciso da un poliziotto in Punjab, mentre era agli arresti. (A.G.)








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