2014-11-07 14:15:00

Is, arruolamenti in Ue. L'esperto: serve strategia coordinata


Continua l’offensiva della coalizione internazionale contro il sedicente Stato islamico (Is) in Iraq e Siria, mentre l’Occidente si interroga sulle conseguenze della guerra nel resto del mondo. Il riferimento è alla scoperta ieri in Francia di cellule dormienti dell’Is con l’arresto di 200 persone, e dell’allarme dell’Interpol su aspiranti jihadisti diretti in Medio Oriente attraverso navi da crociera. Ma quale la reale dimensione del fenomeno degli arruolamenti e quali le strategie nuove di contrasto al terrorismo? Gabriella Ceraso ne ha parlato con Maurizio Calvi, presidente del Centro alti studi per la lotta al terrorismo:

R. - Il problema principale è che ci troviamo di fronte a un nuovo scenario di terrorismo internazionale. Difficile da colpire, visto che nel contesto delle organizzazioni dell’Is la comunicazione collettiva determina le condizioni di adesione a questo movimento, da ogni contesto territoriale. Da qui, il rischio di attentati che possono nascere in qualsiasi momento e in ciascun Paese.

D. - Quindi, più che mai serve cooperazione, controlli coordinati, come dice anche l’Interpol. Però, su cosa focalizzare l’attenzione per far prevenzione, a oggi?

R. - Diciamo che la Turchia è il punto nevralgico di smistamento di nuovi terroristi, quindi va capito e va letto, con una lente di ingrandimento, soprattutto questo Paese, che ha una politica estera molto complessa, con interessi divergenti rispetto ai Paesi dell’Occidente. Il secondo elemento è che queste adesioni si possono spostare attraverso comunicazioni via mare, che è la cosa più semplice. Attraverso le vie aeree è invece più facile capire come si muovono e in che direzione si muovono. Per cui, c’è una lettura complessiva da fare diversa dal passato, che renda prevedibile lo spostamento di questi terroristi in modo da colpirli e da frenarli.

D. - Per quanto riguarda invece l’arruolamento di stranieri, secondo l’Interpol sarebbero 15 mila da 81 Paesi diretti verso zone di guerra. Lei come lo legge questo fenomeno?

R. - A mio avviso sono molti, molti di più. E’ un fenomeno inarrestabile. Questo Is, avendo risorse di tale grandezza, consente a queste adesioni di essere anche profumatamente pagate… E’ chiaro che quindi che le condizioni sociali nel contesto in cui versa il mondo e l’adesione ideologica a questo movimento determinano condizioni di una "invasione senza precedenti" nella storia contemporanea.








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