2014-11-07 12:29:00

Cinema. "Interstellar", il futuro della terra è un altro mondo


Da ieri sugli schermi italiani e da oggi su quelli americani l’atteso “Interstellar” di Christopher Nolan, un importante e bellissimo film di fantascienza in cui la terra, diventato un pianeta senza cibo, costringe l’umanità a cercare nuovi mondi, con imprevedibili conseguenze e la conferma del primato dell’amore. Il servizio di Luca Pellegrini.

"Spinti dalla fede incrollabile che la terra sia nostra", come dice l'austero professor Brad, gli uomini non si sono accorti che non è più così. La terra ci respinge, la sabbia ci invade. Scompare il cibo. “Interstellar” non è un film apocalittico come i tanti che si sono succeduti al passaggio del Millennio. Trascende la visione semplicistica del dualismo inizio-fine della vita e va assai oltre il racconto di fantascienza. Ambizioso, complesso, diventa un grandioso viaggio interstellare guidato da Cooper, interpretato da Matthew McConaughey, padre vedovo e tormentato, che ricorda sull'uscio di casa come "un tempo alzavamo lo sguardo al cielo chiedendoci quale fosse il nostro posto nella galassia, ora lo abbassiamo preoccupati e intrappolati nel fango e nella polvere". E' in questa contrapposizione tra il grigio, l'aridità del fango e lo splendore, il mistero della galassia che Nolan inserisce nozioni scientifiche e immagini fantastiche, una fantascienza che diventa "densa" e si gioca tutta sull'emozione, lasciando la responsabilità del passato e del futuro nelle mani dell’uomo, escludendo per questo un "loro" extraterrestre. Dunque un "noi" in cui siamo liberi, prima di tutto di amare. Un atto di grande fiducia nella nostra capacità di scegliere e di rischiare, che porta l’umanità a un nuovo modo di sopravvivere, in cui le nozioni del tempo e dello spazio cambiano radicalmente. Abbiamo chiesto a McConaughey lo spirito del suo personaggio.

R. – I’m a father of three…
Ho tre figli, ho doveri e responsabilità come padre e questo mi piace. Ho anche dei sogni personali e cerco di realizzarli, quando recito. Fortunatamente, la mia famiglia mi segue quando lavoro. Non ho la stessa situazione di conflitto che ha Cooper con i suoi figli, ma a volte è necessario prendere una decisione riguardo a una cosa o l'altra. Cooper letteralmente è messo con le spalle al muro, non ha scelta: è un padre vedovo, il suo dovere è prendersi cura dei figli. Era un pilota della Nasa che ha lasciato, è un agricoltore, ma il suo sogno è volare, sa che la sua casa è la cabina di pilotaggio e vorrebbe essere lassù. Quando lo vediamo all'inizio del film sa che forse non potrà mai più realizzare questo suo sogno e questo non lo rende felice, questo lo rende ansioso, non si sente a suo agio sulla Terra.

D. - L’estinzione dell’umanità è la conseguenza dei disastri ambientali...

R. – I think that the Earth...
Penso che la Terra starebbe bene, siamo noi che siamo terribili. Di questo dovremmo preoccuparci. Siamo noi che possiamo distruggere madre natura, lei non ha proprio nulla di che ringraziarci, l'abbiamo maltrattata per troppo tempo. In questo film il cuore del problema è che la natura si è infastidita con noi ed ha introdotto un virus che consuma il nostro cibo, che così finisce. Nolan è molto coinvolto da questi disastri creati dall'uomo. Però, non vuole essere didattico e nemmeno dirti che questo accadrà o metterti in guardia, anche se poi il pubblico prende il film proprio così.

D. – Nel film “Contact” lei era un integerrimo uomo di fede, qui un pilota che ha dinanzi a sé soltanto l’orizzonte della scienza. Due posizioni inconciliabili?

R. – I didn’t see them as counter...
Non vedo contrapposizione nel loro modo di agire. Cooper non è uno scienziato, è un ingegnere e un pilota, è un po' superstizioso, ha paura, è costretto a usare il suo istinto, ma è il pilota giusto per quella missione. Credo davvero dentro di me che se una persona è un uomo di fede e crede in Dio per lui la scienza non può che essere la ricerca pratica di Dio, e questo lo si intuisce chiaramente nel film. Quando si dice che “solo l'amore trascende il tempo” è andare oltre la scienza, è entrare nella sfera intima dei sentimenti, che non sono mai misurabili. Non tutto può essere scientificamente provato. Gli scienziati dicono: cerca la risposta in fondo fino al suo mistero. Ma non troveranno mai la risposta, per questo continuano a cercare.

D. - Come descriverebbe allora Interstellar?  

R. – Look, you gonna get a huge science-fiction...
Una grande avventura di fantascienza che ha a che fare con i nostri errori. All'inizio, quello che sta laggiù nello spazio lo consideriamo pericoloso, ma questo è un film incredibilmente ottimista e alla fine ci fa cambiare opinione, ci fa capire che possono esserci per l'umanità altri modi per continuare a vivere ed evolverci. In un certo senso, va oltre la fantascienza. Ma è anche una storia d'amore molto semplice e comprensibile tra un padre e una figlia.








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