2014-11-05 14:51:00

Pakistan, omicidio cristiani. P. Culloch: cambiare legge su blasfemia


In Pakistan, l’accusa di blasfemia continua a essere alibi di atrocità inaccettabili. Ultime vittime, lunedì scorso, due coniugi cristiani, genitori di quattro bimbi, Shahzad Masih e sua moglie incinta Shama, lapidati ed arsi vivi da una folla inferocita, in una fabbrica nel distretto di Kasu, circa 60 Km da Lahore. Dietro l’orribile delitto forse un debito non pagato da Masih al suo datore di lavoro musulmano che, due giorni prima, aveva fatto irruzione nella sua casa picchiandolo. Roberta Gisotti ha intervistato padre Robert Mc Culloch, procuratore generale dell’Ordine di San Colombano, per 34 anni missionario in Pakistan:

“Un fatto tragico. Attaccare e bruciare vivi due innocenti sulla base di mere illazioni è una presa in giro del sistema giudiziario”. Cosi il vescovo di Islamabad, mons. Rufin Anthony, commenta il tragico evento. La legge sulla blasfemia, in vigore in Pakistan dal 1986, ha causato infatti massima parte di vittime innocenti: si stima che oltre l'80% dei casi siano basati su false accuse. Padre Mc Culloch:

R. – Sì, adesso ci sono 2.000 casi dibattuti, ma l’85% sono contro i musulmani. L’abuso di questa legge è il grande problema. In fondo, questa non è una legge che sta dalla parte della religione per trovare protezione nella legge, ma i fanatici, anche di altre religioni, la usano per ragioni economiche o di altri interessi e usano questa legge contro i cristiani per controllare la vita, gli atteggiamenti e anche il loro ruolo in Pakistan.

D. – Il Consiglio degli Ulema, massima autorità religiosa in Pakistan, ha espresso profondo dolore per quest’ultima violenza, accusando la polizia locale di negligenza e invocando un’inchiesta imparziale. Ma non chiede però di cancellare il reato di blasfemia che, sappiamo, prevede fino alla condanna a morte…

R. – Il problema è di controllare l’abuso che si fa di questa legge. Circa dieci giorni fa, il governatore del Punjab ha detto che il problema è che non c’è un modo per controllare l’uso di questa legge.

D. – Si pensa che il Pakistan possa ritirare questa legge o possa cambiarla…

R. – Un capo del partito "Mqm" (Movimento Muttahida Qaumi) ha detto che questa legge non è giusta, che deve essere cambiata e che prima di tutto bisogna instituire un Comitato rappresentante delle religioni della sciiti, dei sunniti, dei cristiani e anche degli indù e altri. E’ loro la responsabilità di decidere quando si è davanti ad un vero episodio di blasfemia o no. Questo è il problema: legge è nelle mani della polizia, dei politici e della giustizia, è nelle mani della folla.

D. – Il problema è che la legge viene strumentalizzata, manipolata, per coprire altri delitti…

R. – Esatto, esatto…

D. – Comunque, oggi a Lahore esponenti cristiani e attivisti dei diritti umani stanno protestando in piazza e chiedono perfino l’intervento dell’Onu per fermare questi massacri…

R. – Adesso, è arrivato il momento, la responsabilità, per il primo ministro del Pakistan e per il primo ministro del Punjab di fare qualcosa. Dicono sempre che bisogna istituire un Comitato per fare delle proposte ma sono solo parole.

D. – Dalle parole bisogna passare ai fatti…

R. – Questa è una grande disgrazia per l’islam e una grande disgrazia per il Pakistan. Ci sono tanti pakistani e tanti musulmani pakistani che sentono orrore per quello che è stato fatto.








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