2014-11-05 12:40:00

Legalizzata marijuana in Oregon e Washington DC


Salario minimo e uso della marijuana sono stati i temi di alcuni dei referendum che hanno impegnato in alcuni Stati gli americani che si sono recati alle urne per le elezioni politiche di "midterm". C’è stato il referendum sul salario minimo e il Nebraska e l’Arkansas hanno approvato un aumento rispettivamente di un dollaro e mezzo e di due. C’è stato, poi, il "sì" della capitale, Washington DC, e dello Stato dell’Oregon alla legalizzazione della marijuana. L’Oregon diventa così il terzo Stato americano, assieme a Colorado e Stato di Washington, a legalizzare l’uso personale della sostanza. In Florida, invece, prevale anche se di pochissimo il "no" alla legalizzazione della marijuana per uso terapeutico. Delle implicazioni dell’uso che con termine convenzionale si definisce “ricreativo” della marjuana, e del possibile uso terapeutico, Fausta Speranza ha parlato con Vincenzo Di Marzo, direttore dell’Istituto Chimica biomolecolare del Cnr, Centro nazionale delle ricerche:

R. – Quando si parla di marijuana, prima di tutto bisogna ricordare che esistono diverse varianti. E’ importante distinguere le varianti che vengono utilizzate: in realtà parliamo di cannabis, cioè della pianta da cui poi si prepara la marijuana. Quando vengono utilizzate varianti che sono state selezionate per aumentare gli effetti psicotropici della cannabis, queste varianti contengono una molecola che si chiama thc, che è il principale responsabile di questi effetti. Un uso cronico di Thc, un uso ad alte concentrazioni, come quelle presenti in alcune varianti di cannabis appunto selezionate per questo scopo, può essere pericoloso e può dar luogo a problemi cognitivi, anche a lungo termine. E’ chiaro che qualsiasi effetto, sia negativo che positivo, nel senso di terapeutico, di una qualsiasi sostanza dipende dalla dose che si assume. Certo il Thc, come molte altre sostanze di abuso, dà dipendenza. Se si supera una certa soglia di somministrazione, è chiaro che anche il Thc può dare questi problemi.

D. – Invece, se parliamo di uso terapeutico e di marijuana, che cosa dire?

R. – Nella cannabis, e quindi anche nella marijuana che si prepara dalla cannabis, non esiste solo il Thc, esistono tanti altri cannabinoidi - forse uno dei più abbondanti e più studiati dei quali è il cannabidiolo - che non hanno effetti psicotropi. Il Thc ha effetti psicotropi, ma ha anche effetti terapeutici. Il cannabidiolo, che si sta studiando molto in questi ultimi dieci, quindici anni, ha anche effetti antiinfiammatori, antitumorali, anticonvulsivi molto, molto importanti e non ha gli effetti collaterali del Thc: non produce effetti psicotropi, non è ricercato per effetti ricreazionali o ricreativi. E quindi è chiaro che quando si parla di cannabis terapeutica, di marijuana terapeutica, bisogna sempre considerare di che cannabis stiamo parlando, di che marijuana stiamo parlando, quali sono le percentuali dei vari cannabinoidi, rispetto al Thc, in queste varianti. Ed è chiaro che io preferisco, come ricercatore e come farmacologo, parlare di cannabinoidi terapeutici piuttosto che di cannabis terapeutica, perché sappiamo di cosa stiamo parlando, quali sono i principi attivi.








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