2014-10-31 14:13:00

Dichiarazione finale dei Movimenti Popolari


"L’enorme potere delle multinazionali che pretendono di divorare e privatizzare merci, servizi e pensieri, sono il primo violino della sinfonia della distruzione” fatta di violenza, mafie narcoterroriste, traffico di armi, tratta di persone, affarismo agroindustriale, sfruttamento indiscriminato delle risorse minerarie che reprimono contadini e popoli indigeni, creando povertà e cultura dello scarto. E' quanto si legge nella Dichiarazione finale dell’Incontro dei Movimenti Popolari che invitano a cercare le cause strutturali della disuguaglianza e della esclusione “nella natura iniqua e depredatrice" del sistema economico attuale "che mette il profitto al disopra dell’essere umano”.

Gli oltre 100 dirigenti sociali di tutti i continenti, invitati dal Pontificio Consiglio Giustizia e Pace e dalla Pontificia Accademia delle Scienze Sociali e che hanno incontrato Papa Francesco, hanno avuto come linee guida "la terra, il lavoro e la casa", per aprire il dibattito sui grandi problemi e le sfide che affronta la famiglia umana.

“La chiarezza e la risolutezza delle parole di Papa Francesco non ammettono doppie interpretazioni e riaffermano che la preoccupazione per i poveri è al centro del Vangelo” si legge nella Dichiarazione che mette in risalto la fraterna e calorosa accoglienza del Pontefice. Il documento ribadisce che la terra, il lavoro e la casa costituiscono diritti umani inalienabili, inerenti alle persone e alla loro dignità e devono essere garantiti e rispettati. Una rivendicazione - si dice - che trova un sostegno “imprescindibile nella dottrina sociale della Chiesa”.

Nel documento, i delegati dei Movimenti Popolari solidarizzano con la situazione dei palestinesi e dei curdi in Medio Oriente, criticano l’interventismo delle potenze mondiali, riconoscono l'emarginazione e lo sfruttamento delle donne e dei migranti, denunciano l’abbandono dei bambini e dei giovani. “Se i bambini non hanno una infanzia, se i giovani non hanno progetti, la Terra non ha futuro” si legge nella Dichiarazione che sostiene che gli esclusi, gli oppressi e i poveri non rassegnati, se ben organizzati, possono affrontare l'attuale situazione caotica del mondo. 

“I dati recenti sull’inquinamento e il cambiamento climatico, le predizioni di disastri naturali – si legge - sono la prova che il consumismo insaziabile e la pratica dell’industrialismo irresponsabile" sono alla base di una possibile catastrofe ecologica. Ma non bisogna fermarsi all'autocompassione – affermano i dirigenti popolari, che concludono il messaggio con l’invito a far conoscere il messaggio di Papa Francesco. “Terra, tetto e lavoro sono diritti sacri. Nessun lavoratore senza diritti. Nessuna famiglia senza casa. Nessun contadino senza terra, nessun popolo senza territorio. Viva i poveri che si organizzano e lottano per una alternativa umana alla globalizzazione che esclude. Lunga vita al Papa e alla sua Chiesa povera per i poveri!". (A cura di Alina Tufani)








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