2014-10-31 20:11:00

Napolitano: depositata la testimonianza nel processo su Stato-mafia


Con gli attentati dei primi anni ’90 la mafia voleva destabilizzare il sistema. Così il Capo dello Stato Napolitano nella testimonianza resa martedì scorso al Quirinale nel processo sulla presunta trattativa Stato-mafia. La trascrizione integrale è stata depositata oggi dalla Corte d’Assise di Palermo: era stata sollecitata dallo stesso capo dello Stato perché l’opinione pubblica fosse tempestivamente e ampiamente informata. Servizio di Giampiero Guadagni:

Le 86 pagine di trascrizione raccontano le tre ore di testimonianza del presidente della Repubblica, resa senza mai avvalersi delle sue prerogative di riservatezza. A proposito degli attentati dell’estate '93 a Roma e Milano, Napolitano ha detto ai giudici: la valutazione comune di autorità istituzionali e di governo fu che si trattava di una strategia dell’ala più aggressiva della mafia, allo scopo di alleggerire le misure di custodia in carcere dei mafiosi: un ricatto o addirittura pressione allo scopo di destabilizzare tutto il sistema politico-istituzionale. Napolitano ricorda che l’allora presidente del Consiglio, Ciampi temette un colpo di Stato a causa di un inquietante black out al Quirinale. C’è poi il capitolo dedicato a Loris D’Ambrosio, il consigliere giuridico di Napolitano, morto nel luglio 2012 per infarto, che in una lettera aveva espresso dubbi in merito a possibili indicibili accordi avvenuti tra l'89 e il '93. Napolitano risponde: D’Ambrosio era animato da spirito di verità, ma non mi parlò dei suoi timori. Sulla strage del luglio '92 in cui persero la vita il giudice Borsellino e i cinque agenti della scorta, Napolitano afferma: quella tragedia rappresentò un colpo di acceleratore decisivo per la conversione del decreto legge sul carcere duro. Nella deposizione Napolitano commenta anche l'allarme nel '93 di attentato ai suoi danni. Accolsi la notizia con assoluta imperturbabilità perché, spiega il capo dello Stato, ho sempre considerato che servire il Paese significa anche mettere a rischio la propria vita.

 








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