2014-10-29 12:46:00

Burkina Faso: opposizione in piazza contro ricandidatura Compaoré


Situazione tranquilla oggi a Ouagadougou, capitale del Burkina Faso, dove ieri centinaia di migliaia di persone - un milione secondo gli organizzatori - sono scese in piazza rispondendo all'appello dell'opposizione contro la modifica costituzionale che, se approvata, consentirebbe al presidente Blaise Compaoré, al potere dal 1987, di ricandidarsi alle elezioni presidenziali del prossimo anno. Il progetto di legge per cambiare l’articolo 37 della Costituzione sarà in discussione domani all’Assemblea nazionale: punta a portare da due a tre il numero massimo dei mandati presidenziali quinquennali. Dopo aver preso il potere con un colpo di Stato, durante il quale fu assassinato l’ex presidente Thomas Sankara, Compaoré ha già compiuto due mandati di sette anni (1992-2005) ed è stato riconfermato per altri due di cinque (2005-2015). Della modifica costituzionale parla Enrico Casale, africanista di "Popoli", il mensile internazionale dei Gesuiti italiani, intervistato da Giada Aquilino:

R. – Va letta nella chiave di una cattiva abitudine di molti presidenti africani di perpetuare il loro potere all’infinito. Gli esempi sono tantissimi. Pensiamo a Paul Biya, il presidente del Camerun, che da decenni è al potere o ad altri presidenti che hanno addirittura trasformato in dinastie il loro potere. Facciamo alcuni esempi: il presidente Gnassingbé Eyadéma, che aveva preparato il terreno per la presa del potere del figlio Faure; oppure, il presidente del Gabon, Omar Bongo, al quale è succeduto il figlio Ali Bongo; o ancora il presidente congolese Jean Laurent Kabila, al quale è subentrato il figlio Joseph. C’è questa tendenza sia per un amore nei confronti del potere, sia perché spesso in Africa chi è al potere garantisce non solo la ricchezza e la gestione delle risorse a se stesso e alla propria famiglia ristretta, ma a un intero clan o addirittura, in molti casi, a un’intera etnia.

R. – L’opposizione, che ha portato in piazza un milione di persone su quasi 17 milioni di abitanti, parla di un colpo di Stato costituzionale...

R. – Sempre più spesso si tenta di aggirare le regole costituzionali. Così per esempio è avvenuto in Togo, dove alla morte di Gnassingbé Eyadéma, il figlio Faure per imporsi ha addirittura chiamato dei costituzionalisti dalla Francia, affinché introducessero delle modifiche nella Carta fondamentale che gli permettessero di prendere il potere.

D. – Negli anni, l’articolo della Costituzione riguardante i mandati presidenziali era già stato modificato varie volte. Chi è, di fatto, il presidente Compaoré?

R. – Nasce come ufficiale dell’esercito, compagno di Thomas Sankara, il presidente che trasformò l’Alto Volta in Burkina Faso. Poi lo tradì. Diciamo che, in quasi 30 anni, Compaoré ha garantito nel Paese una pace e una tranquillità sociale sotto il suo rigido controllo.

D. – Che ruolo ha avuto, negli anni di presidenza Compaoré, il Burkina Faso, soprattutto in Africa, nelle crisi regionali?

R. – Ultimamente, ha avuto un discreto ruolo. Penso soprattutto alla crisi del Mali, ma anche ad una stabilizzazione dell’area durante la crisi, durata parecchi anni, della Costa d’Avorio. Quindi, ha avuto un ruolo importante, sempre in parte legato al "dominus" dell’area che è la Francia.

D. – A livello interno, la popolazione come vive?

R. – Il Burkina Faso è certamente uno dei Paesi più poveri al mondo: è poverissimo di risorse idriche e di risorse naturali. Ha un terreno difficilmente coltivabile. E’ un Paese che vive sempre sull’orlo della miseria, ma con una grandissima voglia di riscatto, un grandissimo dinamismo dei burkinabé.








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