2014-10-27 12:17:00

Elezioni legislative in Ucraina: vincono i filoeuropeisti


Con le elezioni legislative di ieri l’Ucraina rafforza la sua scelta europeista. Il mandato popolare dato al partito del presidente Poroshenko e al fronte che guarda a Bruxelles, per il varo delle riforme democratiche, sancisce il distacco da Mosca. Tuttavia, il Paese sembra spaccato: non si è votato in Crimea, autoproclamatasi indipendente, e nell’est dove ancora ci sono scontri tra esercito e miliziani filorussi. Per un commento, Giancarlo La Vella ha sentito Luigi Geninazzi, esperto di Est Europa per il quotidiano Avvenire:

R. - Francamente, non parlerei di un Paese spaccato, bensì si tratta di un Paese monco per l’occupazione che c’è stata in Crimea, per il sostegno diretto e indiretto del Cremlino ai separatisti di Donetsk e Lugansk. Ma non è un Paese spaccato, anzi. Il primo dato fondamentale di questo voto, secondo me, è che la stragrande maggioranza di coloro che hanno votato ha scelto dei Partiti chiaramente filoeuropei. Quindi il dato fondamentale è questo, insieme a quello secondo cui i cosiddetti estremisti di destra, i nazionalisti, rischiano di non entrare neppure in parlamento. Quindi, non è vero che c'è stato un Occidente, Stati Uniti e Unione Europea, che a tutti i costi ha voluto strappare l’Ucraina a Mosca. È esattamente il contrario: è il popolo ucraino che, non rinnegando certo la tradizione del modo orientale, religiosa e culturale, non si riconosce più nella politica di Putin.

D. - Quale sarà il futuro della Crimea, autoproclamatasi indipendente, e dell’est dell’Ucraina?

R. - Questo dipende molto dal Cremlino. Se la Russia non sosterrà più l’opposizione armata, il conflitto andrà a finire. Secondo me, c’è la possibilità di una dialettica democratica.

D. - In futuro, potrebbe esserci un allentamento delle tensioni che coinvolgono Kiev, Mosca, ma anche l’Unione Europea? Dietro tutto questo c’è sempre il problema energetico delle forniture di gas della Russia all’Ucraina…

R. - Lo spero. L’accordo, sia pure limitato, che c’è stato a Milano, per quanto riguarda le forniture di gas, credo possa essere un buon segnale. Però, ripeto, sul terreno la situazione è ancora molto fragile e molto dipende dal volere di Putin. Se le cose andranno verso una soluzione pacifica, allora l’Ucraina potrà riprendere la difficile strada di risalita dal baratro economico. Se invece la guerra, sia pure a bassa intensità, continuerà, è difficile prevedere che cosa possa succedere tra i due Paesi e, in generale, anche quelle che potranno essere le ripercussioni per l’Europa.








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