2014-10-27 12:38:00

Egitto: proposta delle Chiese per nuovi edifici di culto


La bozza di un disegno di legge sulla costruzione delle chiese, predisposta dai rappresentanti delle principali Chiese e comunità cristiane presenti in Egitto, è stata inviata la scorsa settimana al governo de Il Cairo. Lo confermano fonti egiziane all'agenzia Fides. Con tutta probabilità occorrerà attendere le prossime elezioni (previste per il 2015) e l'insediamento del nuovo Parlamento per vedere discussa e approvata una nuova legislazione sulla costruzione di edifici per il culto cristiano sul territorio egiziano.

“L'intenzione di fondo che ispira la nostra proposta - riferisce a Fides Anba Antonios Aziz Mina, vescovo copto cattolico di Guizeh e membro della commissione di lavoro interconfessionale che ha steso il testo – è facilitare l'applicazione di procedure snelle e chiare che dipendano solo dalla legge, e siano sottratte a ogni tipo di arbitrio”.

La bozza di legge è stata consegnata nelle mani del giudice Ibrahim al Heneidi, ministro pro tempore per la Giustizia e la Conciliazione nazionale, e verrà sottoposta a revisione da parte degli uffici del ministero. Si prevede che il testo di legge sia discusso a livello parlamentare durante le prime sessioni del nuovo parlamento, dopo essere passata al vaglio della Commissione legislativa per le riforme.

Secondo quanto riportato da fonti locali, nessun articolo della bozza collega la costruzione di chiese alla percentuale della popolazione cristiana presente nell'area, semplicemente perchè non esiste alcun censimento in grado di rappresentare con precisione la distribuzione dei battezzati sul territorio nazionale. Un articolo indica 60 giorni come termine entro il quale la richiesta di costruzione di una chiesa deve essere respinta. Trascorsi i 60 giorni, il progetto dovrebbe essere considerato come approvato, secondo il criterio del silenzio-assenso.

Secondo la proposta elaborata dalle Chiese presenti in Egitto, la concessione dei permessi per la costruzione dei luoghi di culto cristiano dovrebbe essere esercitata dalle autorità municipali locali, come accade per la costruzione di edifici privati, senza coinvolgere i livelli provinciali o nazionali dell'apparato amministrativo.

I vincoli burocratici che complicano la costruzione di nuove chiese risalgono in parte al periodo ottomano. Nel 1934, il Ministero dell'interno aggiunse le cosiddette “dieci regole”, che vietano tra l'altro di costruire nuove chiese vicino alle scuole, ai canali, agli edifici governativi, alle ferrovie e alle aree residenziali. In molti casi, l'applicazione rigida di quelle regole ha impedito di costruire chiese in città e paesi abitati dai cristiani, soprattutto nelle aree rurali dell'Alto Egitto. (G.V.)








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