2014-10-25 15:51:00

Nuovo programma pastorale Caritas romana: dare speranza nel futuro


Presentato a Roma il nuovo programma pastorale della Caritas diocesana: tante le sfide che aspetta l’organismo di fronte alle crescenti povertà della capitale. Davide Dionisi ne ha parlato col direttore, mons. Enrico Feroci:

R. – Abbiamo sottolineato questo aspetto: “programma pastorale”, perché non vogliamo che si intenda la Caritas sempre come quella realtà che rende dei servizi; la Caritas, attraverso dei segni, delle opere, dev’essere pedagogica, deve far comprendere e capire che dietro a quella mano che dà o rende un servizio o dà qualcosa, dà da mangiare a qualcuno, c’è la carezza di Dio, c’è l’amore di Dio. E a tutti quanti vorremmo di nuovo sottolineare l’importanza della testimonianza e del servizio all’altro, agli uomini, perché solamente facendo così noi siamo veramente credibili.

D. – Roma ha registrato delle nuove criticità che voi avete colmato per primi …

R. – Qualche giorno fa, il 10 ottobre, noi abbiamo ricordato 35 anni dall’istituzione, dall’inizio della Caritas di Roma: nel 1971, Paolo VI l’ha voluta perché probabilmente avevamo dimenticato i poveri: era più una sottolineatura di un’assistenza piuttosto che un mettere al centro i poveri e la povertà. E’ ovvio che 35 anni fa, la povertà era molto diversa, ma non perché i poveri di allora fossero diversi dai poveri di oggi, ma perché oggi emerge, viene a galla una povertà che non è solamente quella di tipo materiale, “ho bisogno di mangiare, ho bisogno di dormire” … c’è anche questo e il numero di persone che si avvicinano alle nostre mense e anche la richiesta di un alloggio diventa molto grande, soprattutto perché noi oggi abbiamo una domanda che ci viene dalle famiglie. Ma oggi la domanda molto più sentita è la carenza di lavoro e vicino a questa c’è una carenza di fiducia, di speranza, di futuro … A me sembra che il dolore sia la povertà di oggi, un dolore molto più intimo, molto più nascosto, molto più acuto che sta dentro il cuore delle persone, e si vede con la realtà dei nostri giovani: con i programmi televisivi che tutti noi vediamo, quello che leggiamo sui mezzi di comunicazione … troviamo questa grande difficoltà da parte dei giovani di guardare al domani. Oggi i giovani, purtroppo, non hanno gli adulti che sappiano dire parole importanti, significative e vere per il loro domani, per il loro futuro. Questa mi sembra essere oggi la grande carenza, la grande povertà, che diventa una carenza educativa. Per questo stiamo mettendo in piedi anche dei servizi per essere vicini a queste nuove povertà.








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