2014-10-25 07:14:00

Messico: appello e preghiere per gli studenti rapiti


Si è conclusa con un appello alla riconciliazione da parte del vescovo di Chilpancingo-Chilapa (Guerrero), mons. Alejo Zavala Castro, e con la sua richiesta ai rapitori dei 43 studenti di “farli tornare vivi”, la marcia-pellegrinaggio svoltasi mercoledì scorso.

La marcia ha avuto inizio dalla "Normal rurale Ayotzinapa", la scuola frequentata dai ragazzi rapiti, e vi hanno preso parte genitori, insegnanti, studenti, membri di congregazioni religiose e abitanti della zona. Dopo quattro ore di cammino, si è conclusa con la celebrazione eucaristica presieduta da mons. Zavala Castro.

Secondo la nota inviata all’agenzia Fides da fonti locali, il vescovo ha così espresso i sentimenti di tutti i partecipanti: "proviamo un dolore profondo per questa scomparsa, e questa Messa è celebrata per chiedere al Creatore che siano in vita, per invitare a vivere nell’armonia e per il rispetto della vita". La Messa è iniziata alle 17 e, per coincidenza, si è conclusa alle 17,56, nello stesso momento in cui, secondo la stampa locale, si diffondeva la notizia che il governatore di Guerrero, Angel Aguirre Rivero, si era dimesso dal suo incarico.

I 43 studenti sono stati rapiti da uomini armati mentre tenevano una conferenza stampa in cui raccontavano l’aggressione subita il 26 settembre. In seguito diversi membri della polizia municipale locale sono stati arrestati perché riconosciuti autori della prima aggressione armata che ha provocato 6 morti e una ventina di feriti. Pochi giorni dopo sono state trovate delle fosse comuni con i corpi di persone assassinate anche dalla polizia municipale.

Padre Alejandro Solalinde, che aveva denunciato “ i ragazzi furono messi su una pila di legna e bruciati vivi" ha aggiunto ierii un nuovo particolare “ fu usato il diesel per dar fuoco alla legna”.

Il sacerdote - riferisce l'agenzia Misna - si è incontrato ieri con il procuratore generale della Repubblica Jesus Murillo Karam che conduce le indagini per consegnare un documento dove quattro testimoni confermano che i ragazzi sono stati bruciati vivi e sepolti in una fossa comune. Non solo ma i testimoni hanno anche tracciato una mappa del luogo dove è possibile ritrovare i corpi bruciati dei ragazzi.

Al termine dell’incontro, il padre Solalinde ha dichiarato che “ coincidiamo all’80% sulle informazione che il giudice già possiede”. (R.P.)








All the contents on this site are copyrighted ©.