2014-10-25 13:08:00

In Brasile la Beatificazione di suor Assunta Marchetti


Nella cattedrale di San Paolo, in Brasile, è stata beatificata sabato suor Assunta Marchetti, di origini lucchesi e missionaria in Brasile con le Suore di San Carlo Borromeo. È stata festa grande, nel Paese carioca, che ha ringraziato il Signore per il dono di questa beatificazione, il cui rito solenne è stato presieduto dal card. Angelo Amato, prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi. Il servizio di Roberta Barbi:

“Dio si serve degli strumenti più inadatti, più insufficienti, per le sue opere. Tutta la mia fiducia l’ho riposta nel suo dolcissimo Cuore”. Così Madre Assunta Marchetti parlava della sua vocazione missionaria che, giovanissima, l’aveva portata dall’altra parte del mondo a occuparsi dei piccoli orfani che con gratitudine e vero amore l’avevano soprannominata “mammina”, come sottolinea il card. Amato:

“Questa sua dedizione per molti orfani rimase il ricordo più dolce della loro infanzia, perché avevano trovato in Madre Assunta la mamma che avevano perduta. Una testimone racconta che spesso i bambini giungevano all’orfanotrofio in condizioni pietose, ma le cure di Madre Assunta li faceva rifiorire”.

Umile e dolce con tutti quelli che incontrava, affrontava nel quotidiano, pazientemente, ogni difficoltà, tenendo sempre a mente le parole di Gesù, “venite a me voi tutti che siete affaticati e oppressi e io vi ristorerò”, accrescendo sempre di più, in sé, la massima delle virtù, quella che qualifica maggiormente la nuova Beata secondo il card. Amato:

“La carità, immensa, sacrificata, materna. Alla sua morte, suor Clarice Baraldini, la prima bambina accolta nell’orfanotrofio, uscì dalla camera gridando in lacrime: «Oggi in questa casa è morta la carità». Madre Assunta viveva di carità. Fu questo l’orizzonte missionario di Madre Assunta, che in Brasile trovò la sua patria spirituale”.

Come spesso accade sbirciando le biografie dei Santi, la vocazione di Madre Assunta era maturata nell’infanzia all’interno di una famiglia molto devota. Fu proprio suo fratello, don Giuseppe Marchetti – per il quale anche è in corso la causa di beatificazione – che la volle con sé in Brasile, dove vivrà fino alla morte, sopraggiunta nel 1948. Oltre al suo lavoro da missionaria, Madre Assunta fu per un periodo anche Superiora generale dell’Istituto delle Suore missionarie di San Carlo Borromeo, le Scalabriniane, che all’epoca si chiamavano Serve degli orfani e abbandonati. Anche questo suo incarico, la religiosa lo svolse con amore e con carità, che è la principale eredità che lascia oggi a tutti noi:

“La carità della Madre non era ostentazione, ma servizio umile, sacrificato e paziente. È questa l’eredità che la Beata lascia non solo alle sue consorelle, ma a tutti noi. Il suo invito alla carità include l’esortazione all’umiltà, alla povertà, alla gioia”.








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