2014-10-22 13:27:00

Mons. Auza all'Onu: prevenire nuovi genocidi in Iraq e Siria


Dall’appoggio alla nascita dello Stato palestinese, alla drammatica situazione siriana, libanese e irachena, alla risposta al terrorismo internazionale, con riferimento al sedicente Stato islamico. Sono i contenuti dell’intervento sulla situazione in Medio Oriente, svolto ieri davanti al Consiglio di Sicurezza, dall'arcivescovo Bernardito Auza, osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite. Servizio di Francesca Sabatinelli:

Israele e Palestina, con il sostegno di Onu e comunità internazionale, devono lavorare verso l'obiettivo finale: la realizzazione del diritto dei palestinesi ad avere un proprio Stato, sovrano e indipendente, e del diritto degli israeliani a vivere in pace e sicurezza. L'intervento di mons. Auza è molto chiaro nei toni e nei contenuti, anche quando chiede alle parti in lotta in Siria, dove metà della popolazione ha bisogno di assistenza e circa un terzo è sfollato, di fermare le massicce violazioni del diritto umanitario internazionale e dei diritti umani fondamentali e sollecita il sostegno della comunità mondiale affinché si giunga a una soluzione.

Mons. Auza chiede inoltre la solidarietà internazionale nei confronti del Libano, gravemente colpito dalla crisi siriana e dalla massiccia presenza di rifugiati. Allo stesso tempo, confermando il suo pieno appoggio ad un Libano sovrano e libero, esorta la classe politica del Paese a trovare al più presto una soluzione alla nomina del presidente della Repubblica. “Il Libano – si legge – è un  ‘messaggio’, un ‘segno’ pieno di speranza per la convivenza dei diversi gruppi che la compongono”.

L'arcivescovo si rivolge poi agli organi competenti delle Nazioni Unite affinché prevengano nuovi genocidi ad opera del  cosiddetto ‘Stato islamico’, e perché assistano il crescente numero di profughi. L’appello della Santa Sede è in particolare per la tutela delle minoranze, tra cui le comunità cristiane, vittimizzate per le loro origini etniche e credenze religiose. “La Santa Sede – scrive –  insiste sul rispetto del diritto di queste comunità e di tutti gli sfollati a tornare alle loro case e vivere in dignità e sicurezza”. Infine, l’auspicio che le Nazioni Unite reagiscano all’escalation dello spietato fenomeno del terrorismo attraverso il rafforzamento del quadro giuridico internazionale perché ci sia una comune responsabilità per la protezione delle persone dal genocidio, dai crimini di guerra, dalla pulizia etnica, dai crimini contro l'umanità e da tutte le forme di aggressione ingiusta.

“E’ il momento delle decisioni coraggiose – conclude mons. Auza – dopo le lezioni ricevute dalla nostra incapacità di fermare recenti orrori del genocidio e in questo momento di plateali, massicce violazioni dei diritti umani fondamentali e del diritto umanitario internazionale”. L’appello finale è ai leader religiosi della regione e di tutto il mondo, perché il loro sia un ruolo di primo piano nella promozione del dialogo interreligioso e culturale, nella tempestiva denuncia dell’uso della religione per giustificare la violenza, e nell'educare tutti alla comprensione e al rispetto reciproci.








All the contents on this site are copyrighted ©.