2014-10-21 19:53:00

Turchia apre confini a curdi iracheni per difendere Kobane dall’Is. Armi Usa forse per sbaglio al nemico


Svolta nella lotta contro lo Stato Islamico in Siria e Iraq, dopo il via libera della Turchia ai curdi peshmerga iracheni ad entrare nel proprio territorio per unirsi alle milizie curde siriane in difesa della città di confine, Kobane, da settimane assediata dai jihadisti dell’Is.  Il servizio di Roberta Gisotti

Per la prima volta gli Stati Uniti, in accordo con Ankara, hanno paracadutato armi, munizioni e materiale medico alle milizie curde siriane, che difendono Kobane, superando i timori del governo turco rispetto alle rivendicazioni d’indipendenza del Kurdistan. Una mossa forse decisiva per contrastare l’avanzata dello Stato islamico, le cui postazioni intorno a Kobane sono state colpite stamane da altri raid della Coalizione internazionale guidata dagli Usa, ma a sorpresa i jihadisti sostengono che le armi sarebbero finite per sbaglio a loro, un regalo inaspettato per combattere sul terreno i miliziani curdi siriani, che ora attendono l’arrivo dei rinforzi dei peshmerga curdi iracheni. Questi la scorsa notte hanno subito un attacco suicida jihadista che ha causato 15 morti e 20 feriti, vicino alla diga di Mosul, nel nord del Paese, caduta in agosto nelle mani dell’Is e poi riconquistata dai miliziani curdi. Altre 12 persone almeno sono state uccise da due autobombe in un quartiere a maggioranza sciita nell’est di Baghdad. E tra gli orrori di guerra è giunto all’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria un video dell’Is che mostra una donna lapidata in pubblico. L’ong non è in grado di confermare l’episodio e ha deciso di non diffondere il video.

L’offensiva contro lo Stato Islamico ripropone all’attenzione la questione dei curdi, stimati fino a 50 milioni, residenti nel Kurdistan, regione divisa tra cinque Paesi: Turchia, Iran, Iraq, Siria ed Armenia. Giancarlo La Vella ne ha parlato con Alberto Rosselli, esperto di Medio Oriente ed Anatolia

R. – Il cambio di linea del governo turco apre un capitolo nuovo. La paura dell’Isis supera la tradizionale diffidenza e ostilità reciproca tra Ankara e peshmerga. Bisogna vedere quali saranno i risvolti. Sicuramente, questo comporta un riavvicinamento tra Ankara e Washington: gli Stati Uniti avevano insistito nel far sì che la Turchia desse la possibilità ai peshmerga curdi di intervenire nella zona di Kobane. Vorrei aggiungere che in effetti il fatto che la Turchia abbia concesso ai peshmerga curdi di uscire dal suo territorio ed entrare in territorio siriano può far pensare anche a una doppia finalità di Ankara: quella di allontanare dal proprio territorio le truppe peshmerga.

D. – Qual è il rischio reale, concreto, che può nascere per la Turchia dall’avanzata del sedicente Stato Islamico?

R. – La Turchia, ovviamente, tiene alla sua integrità. Lo stesso amalgama del popolo turco, pur essendo islamico, rappresenta un po’ un’eccezione, se vogliamo, nello scacchiere mediorientale anatolico. Non a caso, sia la Nato sia Washington hanno sempre in qualche modo sostenuto i governi turchi, proprio anche in funzione antifondamentalista. Diciamo che potrebbe essere intesa anche come una manovra preventiva: il governo di Ankara si vuole tutelare anche da quelli che potrebbero essere movimenti interni di matrice fondamentalista.

D. – Sullo sfondo di questa grande crisi, torna il problema curdo…

R. – Sì, sono decenni che si parla della questione curda... Ricordiamo che i curdi sono un popolo, una nazione, un’etnia, una cultura che non ha nulla a che fare con le Nazioni nelle quali è insediata. La cosa auspicabile sarebbe quella di istituire un governo regionale di un Kurdistan indipendente, almeno sotto il profilo amministrativo. Ma non credo che in questo momento le Nazioni che accolgono il popolo curdo siano predisposte per un’operazione di questo tipo, che comporterebbe inevitabilmente la cessione a un eventuale Stato curdo anche di fonti di approvvigionamento energetico: ricordiamo i pozzi di petrolio di Mosul, i gasdotti… Quindi, non credo che i tempi siano ancora maturi.








All the contents on this site are copyrighted ©.