2014-10-12 10:56:00

Il card. André Vingt Trois: al Sinodo parliamo senza paure


La prima settimana del Sinodo, appena conclusa, si era aperta lunedì scorso con l’invito rivolto da Papa Francesco ai Padri sinodali a parlare con franchezza, senza pavidità e ad ascoltare con umiltà, con cuore aperto. Su questo si sofferma al microfono del nostro inviato Paolo Ondarza, il cardinale  André Vingt Trois, arcivescovo di Parigi :

R. – Le parole del Papa sono parole molto incoraggianti, perché lui ci ha chiamato a parlare nella verità, senza paura e ad ascoltare gli altri con rispetto. Queste sono le condizioni della Sessione del Sinodo, che sarà fruttuosa, perché potremo ascoltare posizioni diverse e potremo dire quello che conosciamo in base alla nostra situazione, nelle nostre Conferenze episcopali.

D. – Questa libertà è una caratteristica importante della sinodalità...

R. – Sì. Papa Paolo VI ha creato questa istanza del Sinodo quasi 40 anni fa. La Chiesa ha cercato e ha trovato le modalità per porre in essere questa creazione.

D. – Quando pensa alle sfide pastorali sulla famiglia, cosa le viene in mente principalmente?

R. – Sono molte questioni, perché vediamo bene che in tutto il mondo le situazioni non sono identiche. Le preoccupazioni dei Paesi dell’Europa occidentale o del mondo occidentale non sono le stesse di quelle dei Paesi del Sud. Dobbiamo tenere conto della totalità della Chiesa e non solamente dei problemi dell’Europa occidentale. Dobbiamo ben considerare che in molti Paesi dell’Asia le donne sono obbligate a partire, per trovare denaro per la loro famiglia. In Francia, vedo molte donne africane che sono madri e non hanno marito e devono educare due o tre figli.

D. – Tocca appunto il problema questo dell’emigrazione di tante donne, che si trovano lontane dai figli. Anche verso queste situazioni c’è una sollecitudine da parte della Chiesa?

R. – Sì, è questa la miseria di molti Paesi, come vediamo in Asia o in Africa.








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