2014-10-11 08:07:00

Lo Stato Islamico avanza a Kobane. L’Onu: “No a una nuova Srebrenica”


Prosegue l’avanzata dei miliziani del sedicente Stato Islamico dentro Kobane, città curda al confine tra Siria e Turchia, nonostante i raid della coalizione internazionale. E mentre l’inviato Onu de Mistura evoca lo spettro di una nuova Sebrenica, nuove brutali violenze si registrano anche in territorio iracheno, a Samra , dove i jihadisti hanno giustiziato in pubblico un cameraman, suo fratello e altre due civili. Il servizio di Marco Guerra:

Lo Stato Islamico si è impadronito del quartier generale delle forze curde a Kobane e del consiglio comunale e ora controlla circa il 40% della città. Questo nonostante i bombardamenti della coalizione a guida Usa e di quelli portati avanti anche dal regime di Damasco nelle provincie controllate dai jihadisti che, solo ieri, hanno provocato la morte di 21 persone, fra cui diversi civili. L’Onu, con l'inviato per la Siria, Staffan de Mistura, lancia l’allarme: Kobane non deve essere una nuova Srebrenica. Intanto si intensificano, per il momento senza risultati, le pressioni su Ankara affinché lasci passare combattenti ed armi a sostegno dei miliziani che difendono Kobane. In Turchia sono saliti a 30 i morti nelle violente proteste di piazza cominciate mercoledì dalla numerosa comunità curda. Gli Stati Uniti, dal canto loro, assicurano che la Turchia ha accettato di addestrare ed equipaggiare le forze moderate che si contrappongono all'Isis in Siria. E il capo di stato maggiore interforze americano convocherà la settimana prossima una riunione con oltre 20 capi militari dei Paesi della coalizione anti-califfato. Nel frattempo anche in Iraq la situazione resta gravissima: a Samra, villaggio a nord di Baghdad un cameramen e altri tre civili sono stati giustiziati in pubblico perché accusati di avere legami con gruppi sunniti anti-jihadisti. L’Egitto invece ha dato un duro colpo alle cellule jihadiste che imperversano nel Sinai: ucciso in un blitz a sud di Rafah il leader del gruppo Ansar beit al Maqdis.








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