2014-10-11 18:39:00

Infuria la battaglia a Kobane. Il 40% della città è dell'Is


Sono 554 le persone uccise a Kobane, città siriana a maggioranza curda vicina al confine turco, da quando lo Stato islamico ha lanciato l'attacco oltre due settimane fa. E mentre proseguono raid a guida americana in Iraq, sul fronte diplomatico giunge la conferma che il prossimo 21 ottobre si terranno i colloqui tra il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, e l'inviato dell'Onu per la Siria, Staffan de Mistura. Massimiliano Menichetti:

Al centro dell'incontro tra Lavrov e de Mistura ci sarà l'istituzione di una zona cuscinetto tra Siria e Turchia, chiesta più volte da Ankara, che secondo la Russia dovrebbe essere approvata dalle Nazioni Unite. Intanto sul terreno la violenza non si ferma i gruppi jihadisti,  dell'Is sono entrati a Kobane lunedì scorso, in sette giorni hanno conquistato il 40% della città. Oltre 550 le persone morte, oggi è caduta anche una guerrigliera peshmerga. Strenua la resistenza dei curdi, che cercano di impedire che Kobane cada nelle mani  dei terroristi. I raid della coalizione internazionale sono concentrati nella zona meridionale del sito per tentare di interrompere i rifornimenti ai jihadisti. Processi sommari ed esecuzioni si susseguono per mano dei terroristi. Il Partito dei Lavoratori del Kurdistan, il PKK, si è detto pronto a dispiegate i militanti in Turchia, dopo il disarmo dello scorso anno, per fermare l’Is. In Iraq intanto si registra un altro attentato kamikaze nei pressi di al Mishahda, a nord di Baghdad: 20 i morti. In questo scenario fonti locali riferiscono che l’Is starebbe per muovere contro Kirkuk, dopo aver reso città fantasma Ramadi, Fallujah, cacciato le minoranze, compresi i cristiani, da Mosul.








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