2014-10-10 20:11:00

Alluvione Genova: una vittima. Il dolore del card. Bagnasco


In apertura la drammatica situazione a Genova, dove è tornato l'incubo alluvione, dopo quella del novembre 2011. Il bilancio è pesante: un morto, tre torrenti esondati, scuole chiuse e strade vietate alla circolazione nel centro città, in particolare nella zona della Valbisagno. Da Genova Dino Frambati:

Oltre 400 millimetri di pioggia in meno di due giorni hanno di nuovo messo in ginocchio Genova, con il bilancio pesantissimo di un morto e quasi mezza città sott'acqua, compresa buona parte del centro. Un disastro provocato dallo straripamento del Bisagno e di altri quattro torrenti del Levante cittadino. Con un treno deragliato e diversi centri dell'hinterland sconvolti e devastati. Molta pioggia ma, ha accusato il sindaco Doria, anche burocrazia, ricorsi al Tar hanno impedito di realizzare finora uno scolmatore e la copertura alla foce del Bisagno; se ci fossero stati la tragedia sarebbe stata forse evitata. Genova, ha detto il sindaco, è fragile, esposta agli eventi e dissestata. “Non posso dirvi di stare tranquilli” ha ammesso il primo cittadino, affermando che solo grossi interventi strutturali potrebbero migliorare la situazione. E da Bologna il premier Renzi ha promesso vicinanza a Genova alluvionata, affermando che chi vorrà ripartire non sarà lasciato solo. Anche domani scuole, parchi, impianti sportivi chiusi, rimandate le celebrazioni colombiane del 12 ottobre. Analoghe zone furono colpite dall'alluvione del 2011. Migliaia come adesso le attività commerciali devastate, molte delle quali non riaprirono più. E si teme, ora, che la triste storia si ripeta in dimensioni ancora maggiori causa crisi.

Il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Conferenza episcopale italiana, in questi giorni al Sinodo dei vescovi, ha telefonato ad un sacerdote della zona alluvionata di Sturla per manifestare la propria solidarietà alla popolazione. Il religioso ha riferito che, se i trasporti lo permetteranno, il porporato domani visiterà la città per poi far rientro in Vaticano. Ascoltiamolo al microfono di Paolo Ondarza:

R. – Questo ripropone la situazione logistica di Genova, viaria, i vari fiumi, i vari torrenti, che facilmente si intasano e quindi esondano invadendo negozi, abitazioni, chiese, magazzini… Quindi, con gravissimi danni. Mi hanno detto che ci sono sei o sette parrocchie in gravi difficoltà, vuol dire che ci sono zone – parrocchie non vuol dire chiese, ma zone – evidentemente attorno al torrente del Bisagno, al torrente Sturla, come accadde già qualche anno fa. Sono già molto attivi tanti volontari, perché la situazione possa riprendere e risolversi rapidamente. Però, ripeto, il problema di fondo, che è quello logistico, per Genova resta.

D. – Purtroppo sono situazioni che si ripetono non solo a Genova: ultimamente le notizie di queste “bombe d’acqua” si susseguono in varie zone d’Italia…

R. – Sì, anche questa è stata proprio una bomba d’acqua, che anzi si sta ripetendo perché mi dicono che anche lì, in questo momento, le cose si alternano come clima, tra pioggia leggera e improvvise bombe d’acqua. Quindi, questa situazione fa parte di uno sconvolgimento climatico che è in atto. Su questo il problema, evidentemente, è più grande - per quanto riguarda le bombe d’acqua, cosiddette – sia a Genova, che in altre parti d’Italia e del mondo. Io, domani mattina, andrò a Genova; ritornerò – a Dio piacendo – domani sera, almeno per farmi presente in queste cinque, sei, sette parrocchie e, come ho fatto le altre volte, vedere la situazione delle strade ma soprattutto della gente, i negozianti in modo particolare.

Per una testimonianza dalle zone alluvionate, Alessandro Guarasci ha sentito il direttore della Caritas di Genova, don Marino Poggi:

D. - Ci sono stati, da quanto si sa, anche episodi di sciacallaggio in città. A voi risulta?

R. - Non risulta il fatto comprovato; se ne parla. Io andrei con cautela, nel senso che certamente il tentativo di approfittare di qualche cosa c’è, ad esempio nei negozi.

D. - Le autorità vi hanno coinvolto per assistere la popolazione in questo momento di difficoltà?

R. - Loro sanno che noi ci attiviamo, e quindi hanno in qualche modo la certezza della nostra rete di gruppi di attivi. Siamo intervenuti con gruppi di giovani in due zone molto colpite, una di questa è la zona di Sturla. Quello che possiamo fare, in qualche modo, è tenere conto delle indicazioni della Protezione Civile, che non vuole che alcune cose siano fatte da noi perché spettano a loro. Mi pare che ci sia preoccupazione anche per il futuro. Questo sì.

 








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