2014-10-09 15:54:00

Forum Greenaccord su agricoltura e salvaguardia del Creato


Un’agricoltura più attenta, di qualità, dove si dia precedenza alla filiera corta, alle biodiversità e alla tutela delle specificità territoriali. E’ dedicata alla cura della terra la seconda giornata del Forum internazionale dell’informazione e della salvaguardia del Creato promosso dall’associazione Greenaccord, in corso a Napoli. Il servizio di Marina Tomarro:

La crescita della domanda di prodotti agricoli da qui al 2050 aumenterà fino al 60% con conseguenze pericolose per l’intero ecosistema terrestre. E’ questo l’allarme lanciato da Gary Gardner, direttore presso il World Watch Istitute di Washington al forum di Greenaccord. E a questa situazione molto precaria si va ad affiancare il problema della sottoalimentazione, che secondo la Fao tocca oltre 800 milioni di persone nel mondo. Il commento di Adriana Opromolla della Caritas Internationalis:

R. – Come Caritas Internationalis, intanto abbiamo una forte azione di mobilitazione, di sensibilizzazione del pubblico in generale: mobilitazione alla responsabilità, prima di tutto, sulle nostre scelte individuali di consumo che hanno un impatto sull’ambiente, sui Paesi n cui si producono le risorse alimentari che consumiamo; in secondo luogo, abbiamo anche messo in atto una serie di attività di influenza politica, perché occorre ribadire l’impegno politico dei governi ad affrontare la sfida della fame.

E una delle soluzioni per il problema della fame potrebbe essere anche quello di utilizzare maggiormente le risorse offerte dalla natura. Infatti, attualmente il 75% del bisogno alimentare mondiale si basa solo su 12 tipi di raccolti agricoli, mentre sarebbero almeno 7000 le specie vegetali che potrebbero essere utilizzate dall’uomo. Il commento dello scienziato Stefano Padulosi, dell’Istituto di ricerca internazionale per la biodiversità in agricoltura:

R. – L’origine di questo restringimento molto forte va ricercato evidentemente nella rivoluzione verde, che ha concentrato la ricerca del miglioramento genetico su alcune colture di base come grano, riso, mais, patate eccetera. Questo ha portato a investire su poche colture. Se da una parte riconosciamo il contributo eccezionale della rivoluzione verde, che ha sottratto alla fame e alla povertà milioni di persone nel mondo, dall’altra parte siamo anche consapevoli che questo ha ristretto il portafoglio di risorse che è molto importante per la sostenibilità dei nostri sistemi agricoli e alimentari.

Ma perché è importante la biodiversità in agricoltura? Ancora Stefano Padulosi:

R. – Vorrei dare due esempi: uno è un esempio legato alla grande devastazione che avvenne alla fine dell’Ottocento, che interessò la coltivazione di patate in Irlanda. I contadini irlandesi utilizzavano una sola varietà, e quindi il fungo che attaccò questa varietà rimase per decenni in Irlanda, nei campi coltivati e quindi ridusse drammaticamente la coltivazione di patate: molte persone morirono di fame e di stenti e questo fu all’origine della grande emigrazione di irlandesi verso gli Stati Uniti. L’altro, è un paragone che vorrei fare con quello che accade in banca. Abbiamo dei risparmi e vorremmo investirli e il nostro consigliere in banca ci dirà sempre di diversificare il nostro portafoglio degli investimenti. Funziona esattamente così anche per le colture: più sono le colture che utilizziamo, su cui investiamo e maggiore sarà la sostenibilità del sistema.








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