2014-10-08 13:28:00

Hong Kong: sui colloqui con il governo, scettici gli studenti


Mentre continua l’occupazione della aree attorno agli edifici governativi e altrove, con pesanti conseguenze sulla circolazione e di conseguenza sulla vita cittadina, la scorsa notte, un nuovo colloquio tra il sottosegretario per gli Affari costituzionali e cinesi, Lau Kong-wah, e i leader della federazione degli studenti ha delineato l’atteso incontro con il numero due del governo locale, la signora Carrie Lam. Avvio alle 16 di venerdì prossimo, senza pubblico come chiesto dagli studenti, ma con i mass media autorizzati ad essere presenti.

Per certo - riferisce l'agenzia Misna - nei futuri incontri non saranno discusse le richieste di base all’origine della protesta (scelta tra candidati proposti secondo criteri rappresentativi e elezione a suffragio universale), escluse dai negoziatori perché – dicono – richiederebbero un dibattito parlamentare e forse anche modifiche della Legge base, la costituzione della Regione autonoma speciale di Hong Kong.

Da qui la sfiducia di molti nel movimento di protesta verso l’iniziativa a cui comunque parteciperanno per non dare giustificazioni ad un eventuale repressione e lasciare anche la minima possibilità al dialogo. Come ha sottolineato ancora ieri Joshua Wong, popolare leader 17enne del movimento studentesco Scholarism, “dobbiamo usare questa opportunità per fare sentire la nostra voce e per chiedere a Carrie Lam (numero due del governo che sarà loro interlocutore) un chiarimento sulle violenze nei confronti degli studenti domenica 28 settembre”.

“Il governo dovrebbe chiudere con la finzione del suffragio universale piuttosto che impegnarsi a porre fine alla campagna studentesca. Noi combattiamo per la libertà del voto popolare e la nomina popolare dei candidati”, ha segnalato Wong.

Difficile quindi vedere una prospettiva di uscita dalla crisi e di fine delle iniziative di pressione degli studenti e di vari gruppi. Sondaggi di queste ore mostrano che il sosteno popolare alla protesta, arrivato al 70% due settimane fa, è ora dimezzato. Un risultato non inatteso, dati i disagi per la popolazione, a partire dal piccolo e medio business, dai trasporti locali e dalle famiglie, che il blocco delle aree di Admiralty, Wan Chai e Causeway Bay sull’isola di Hong Kong e Mong Kong sulla terraferma stanno provocando. (R.P.)








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