Il Fondo Monetario Internazionale dà il via libera al Jobs Act. Per il capo economista, Olivier Blanchard, “ il contratto unico è la strada da seguire''. Intanto il premier Renzi stamattina ha incontrato le parti sociali. Giampiero Guadagni
Non temo agguati. Alla vigilia del voto di fiducia dell'aula del Senato sul Jobs
act, il premier Renzi si dice convinto che tutti nel suo partito, il Pd, voteranno
a favore. Una accelerazione che il presidente del Consiglio ha fortemente voluto anche
in vista del vertice europeo sull'occupazione in programma domani a Milano. Ma restano
le tensioni interne al Partito democratico. Alcuni senatori della minoranza non parteciperanno
al voto, in dissenso su metodo e merito del provvedimento. Riforma del lavoro al centro
anche del primo, atteso incontro di questa mattina a Palazzo Chigi tra Renzi e i sindacati.
Il premier ha ribadito che l'Italia deve cambiare e il Governo non si farà bloccare
dai veti. Renzi ha sottolineato la necessità di trovare insieme una soluzione per
tre vertenze industriali decisive: Ilva di Taranto, acciaierie di Terni e Termini
Imerese. E alla fine il premier ha riconosciuto che con i sindacati ci sono anche
sorprendenti punti di intesa. Cisl e Uil parlano di svolta possibile nei rapporti
e apprezzano alcune aperture dell'esecutivo sui temi all'ordine del giorno: salario
minimo, legge sulla rappresentanza e contrattazione decentrata. La Cgil invece boccia
la riforma del lavoro, in particolare le modifiche all'articolo 18 e conferma la manifestazione
nazionale del 25 ottobre.
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