2014-10-07 18:10:00

Is. In venti giorni 400 morti a Kobane. Ancora bombe sull'Iraq


Oltre 400 persone sono rimaste uccise in 20 giorni di combattimenti a Kobane la città curdo-siriana nei pressi del confine con la Turchia assediata dai jihadisti del cosiddetto Stato islamico. E mentre anche in Libia sventola bandiera dell’Is, si apprende che i terroristi hanno rapito il padre francescano Hanna Jallouf insieme ad alcuni fedeli in una parrocchia siriana vicino al Libano. Massimiliano Menichetti:

Per sradicare i terroristi dell’Is serve un’azione di terra. Così il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, in un discorso alla tv di Stato, mentre a Kobane la resistenza curda combatte ad ogni angolo di strada. Sulla città curdo-siriana, vicina alla Turchia, sventola però la bandiera nera dell’Is. 400 i morti in 20 giorni di conflitto. Oggi è arrivata anche la conferma, dai Padri francescani della Custodia di Terra Santa, del rapimento, il 5 ottobre scorso, del confratello Hanna Jallouf – sequestrato insieme a altri cristiani del villaggio siriano di Knayeh – ad opera dei jihadisti del fronte al-Nusra. Di loro non si sa nulla, neanche quanti siano esattamente i fedeli rapiti. Intanto in Iraq non si fermano i bombardamenti anti Is, i caccia olandesi hanno iniziato le loro prime incursioni. Città fantasma, secondo fonti locali, Ramadi e Fallujah. Le Nazioni Unite stimano che dalla provincia di al-Anbar provengano oltre 500mila sfollati. Oggi poco lontano da Samarra, a nord di Baghdad, 17 persone hanno perso la vita per un attentato kamikaze. Secondo fonti russi, da confermare, almeno quattro attacchi chimici sono stati compiuti con il gas cloro a settembre in Iraq per mano dei jihadisti. E il fronte del cosiddetto Stato Islamico si allarga, miliziani di Ansar al Sharia hanno sfilato armati, oggi,  a Derna, in Libia, a bordo dei pickup sventolando le bandiere del sedicente Stato Islamico, inneggiando all’autoproclamato califfo al Baghdadi








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