2014-10-04 12:57:00

Stati Uniti. Beatificata suor Miriam Teresa Demjanovic


È una suora giovane e straordinaria, Miriam Teresa Demjanovic, la religiosa della Congregazione delle Suore della Carità di Santa Elisabetta - impegnate nell’educazione, nell’assistenza sanitaria, sociale e pastorale – beatificata oggi a Newark, New Jersey, Stati Uniti, alla presenza del prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, cardinale Angelo Amato. Di origini europee, morì a 26 anni nel 1927. Il servizio di Roberta Barbi:

È la prima Beata nata e vissuta nell’America del XX secolo e coniuga in sé le esperienze della Chiesa d’Oriente e d’Occidente: se, infatti, ricevette i Sacramenti secondo il rito greco-cattolico delle sue origini, con l’ingresso tra le religiose della Carità di Santa Elisabetta decise di appartenere anche alla Chiesa latina. È tutto questo suor Miriam Teresa Demjanovic, beatificata oggi nella sua Newark, dove morì a soli 26 anni, diventando una testimonianza ardente di santità giovanile e un richiamo alle giovani generazioni su come si possano incarnare le virtù e i valori cristiani nel proprio tempo e nella propria cultura. Pur così giovane, infatti, aveva compreso e fatto suo il messaggio “semplice” che sarebbe poi stato – 30 anni dopo la sua morte – al centro del Concilio Vaticano II: “Tutti siamo chiamati alla santità” e possiamo ambirvi, come ricorda il cardinale Angelo Amato:

“Aveva il dono di comprendere a fondo il significato dell’amore a Gesù crocifisso ed eucaristico, della presenza della grazia di Dio nelle anime. Per lei il soprannaturale era veramente il suo ambiente divino. Per questo ammirava i Santi, soprattutto Santa Teresa d’Avila e Santa Teresa del Bambino Gesù, che erano i raggi spirituali della sua esistenza di consacrata”.

E proprio questa sua intensa spiritualità fondata sull’esperienza della comunione trinitaria, le valse il soprannome di “Santa Teresina del Bambino Gesù d’America”. Di quanto fosse speciale se n’era accorto per primo il suo direttore spirituale, che, ancora novizia, le chiese di scrivere una serie di conferenze sulla vita spirituale destinate alle altre novizie. Ne realizzerà 26, che dopo la sua morte confluiranno nel libro “La perfezione più grande”. Della sua breve esperienza nel convento era entusiasta, tanto che in punto di morte volle esprimere questa gioia alla sua priora; un entusiasmo condiviso da chi la conobbe in quegli anni, come sottolinea il cardinale Amato:

“Al noviziato fu modello di virtù soprattutto di obbedienza. Si distingueva per un’affabilità straordinaria che non faceva distinzione tra le persone. Pronta a perdonare, elogiava il bene che vedeva compiere dagli altri, parlava spesso delle virtù con la semplicità e la convinzione che le derivavano dalla sua coerenza di vita”.

Se il noviziato a Convent Station fu il suo modo di rispondere al Signore che la chiamò fin da giovanissima, Miriam Teresa, mostrandosi ancora una volta come esempio della virtù dell’obbedienza, volle comunque adempiere alla promessa fatta al capezzale della madre: frequentare il college, dove si laureò brillantemente in lettere e dove portò con naturalezza i suoi valori cristiani, come evidenzia il porporato:

“La vita del college fu piena di serenità e di gioiosa pietà cristiana. Nonostante le distrazioni proprie di un campus universitario, mantenne la sua anima pura e intimamente unita a Dio”.

Realizzare il sogno di sua madre di saperla laureata, dimostra lo stretto legame di Teresa con la sua famiglia, che fu particolarmente plasmante, come spesso avviene nelle vite dei Santi. Ultima di sette figli in una famiglia di immigrati slovacchi profondamente religiosi, fin da piccola si nutrì dell’esempio dei genitori ed ebbe la grazia di comprendere il significato e la forza di fare sempre la volontà di Dio, come conclude il cardinale Amato:

“Sentiva fortemente la presenza e la protezione speciale del suo angelo custode, che spesso poneva rimedio alle sue inadempienze. In tal modo, mentre la sua esistenza scorreva in modo apparentemente ordinario, la piccola già godeva di privilegi straordinari comuni a tanti grandi mistici”.








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