2014-10-04 12:50:00

Il Papa ai paralimpici: sport superi barriere e respinga cultura dello scarto


Gli atleti disabili sono un grande esempio di come lo sport possa aiutare a superare le barriere. E’ quanto affermato da Papa Francesco nell’udienza agli sportivi del Comitato Italiano Paralimpico, ricevuti in Aula Paolo VI. Il Pontefice ha inoltre sottolineato che lo sport può diventare occasione per “favorire la cultura dell’inclusione”. L’indirizzo d’omaggio è stato rivolto al Papa dal presidente del Comitato Italiano Paralimpico, Luca Pancalli Il servizio di Alessandro Gisotti:

Per ottenere successi nello sport ci vuole spirito di sacrificio, se poi si ha una disabilità fisica ci vuole ancor più forza, costanza e coraggio. Papa Francesco ha voluto onorare donne e uomini che hanno raggiunto traguardi con straordinario impegno. Ciascuno di voi, ha detto rivolgendosi agli atleti paralimpici italiani, “porta le conquiste, i traguardi raggiunti con tanta fatica, anche con tante difficoltà che ha dovuto affrontare”. Ciascuno di voi però, ha soggiunto, “è testimone di quanto sia importante vivere queste gioie e queste fatiche nell’incontro con gli altri, poter condividere la propria corsa, trovare un gruppo di amici che ti danno una mano e dove tu dai una mano agli altri. E così ognuno riesce a dare il meglio di sé!”:

“Lo sport promuove contatti e relazioni con persone che provengono da culture e ambienti diversi, ci abitua a vivere accogliendo le differenze, a fare di esse un’occasione preziosa di reciproco arricchimento e scoperta. Soprattutto, lo sport diventa un’occasione preziosa per riconoscersi come fratelli e sorelle in cammino, per favorire la cultura dell’inclusione e respingere la cultura dello scarto”.

Tutto questo, ha sottolineato, “risalta ancora maggiormente nella vostra esperienza" per "la disabilità che sperimentate in qualche aspetto del vostro fisico” e “diventa un invito ad impegnare tutte le energie per fare cose belle insieme, superando le barriere che possiamo incontrare intorno a noi, e prima di tutto quelle che ci sono dentro di noi”:

“La vostra testimonianza, cari atleti, è un grande segno di speranza. E’ una prova del fatto che in ogni persona ci sono potenzialità che a volte non immaginiamo, e che possono svilupparsi con la fiducia e la solidarietà. Dio Padre è il primo a sapere questo! Dio conosce perfettamente i vostri cuori: sa tutto. E’ il primo a sapere questo!”

Dio, ha detto ancora, “ci conosce meglio di chiunque altro, e ci guarda con fiducia, ci ama come siamo, ma ci fa crescere secondo quello che possiamo diventare”. Così, ha assicurato, “nel vostro sforzo per uno sport senza barriere, per un mondo senza esclusi, non siete mai soli! Dio nostro Padre è con voi!”:

“Che dunque lo sport sia per tutti voi una palestra nella quale allenarvi quotidianamente al rispetto di voi stessi e degli altri, una palestra che vi dia l’occasione di conoscere persone e ambienti nuovi e vi aiuti a sentirvi parte attiva della società. Che possiate sperimentare, anche attraverso la pratica sportiva, la vicinanza di Dio e l’amicizia dei fratelli e delle sorelle”.








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