In Siria, decine di persone, tra cui circa 40 bambini, sono morti in un doppio attentato kamikaze ad Homs. Prosegue intanto l’avanzata dei combattenti jihadisti verso la città, a maggioranza curda, di Kobane. Da parte sua, la Turchia è pronta a schierarsi a fianco della coalizione internazionale, guidata dagli Stati Uniti, contro i miliziani del sedicente Stato islamico. Ma il governo turco avverte che i raid non bastano. Oltre allo Stato islamico – ammonisce Ankara – c’è un altro “nemico” da sconfiggere: il regime di Assad in Siria. Intanto, i mezzi corazzati turchi aspettano al confine il via libera all’attacco, che potrebbe arrivare nelle prossime ore. Il premier, Recep Tayyp Erdogan, ieri ha spronato i deputati del Parlamento ad approvare la risoluzione che consentirà al governo di inviare truppe in Iraq e in Siria. Intanto, in un rapporto dell’Onu si sottolinea, tra l’altro, che i jihadisti stanno commettendo in Iraq “crimini di guerra e contro l’umanità”. Sul terreno, le milizie curde peshmerga hanno ripreso il controllo di due villaggi nel nord dell’Iraq. (A.L.)
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