2014-10-02 14:40:00

Imprese e sindacati scettici sul tfr in busta paga


Il governo sta valutando l’ipotesi di corrispondere direttamente in busta paga parte del tfr del lavoratore. La conferma viene dai ministri dell’Economia Padoan e del Lavoro Poletti, che però riconoscono come la situazione sia complessa. Scettici i sindacati. Alessandro Guarasci

 

Più facile a dirsi che a farsi. Il tfr in busta paga potrebbe essere visto come una sorta di 14esima, ma la questione coinvolge le aziende, il lavoratore l’Inps. Per l’amministratore delegato della Fiat Sergio Marchionne è un’operazione che costa ma l’obiettivo è giusto. Molti altri imprenditori la pensano diversamente. Il presidente dell'Alleanza delle Cooperative, Mauro Lusetti

“In una situazione, dove l’accesso al credito rimane complesso e complicato, togliere dall’attività produttiva il Tfr sarebbe un problema serio. Se accanto a questa, ci sono accordi, convenzioni con l’Abi, che consentono di utilizzare meglio e in maniera più facile l’accesso al credito, per poter attenuare l’impatto negativo di un’uscita finanziaria, allora se ne può parlare”.   

Guardinga la leader dalla Cgil Susanna Camusso che dice: “c’è sempre più il sospetto che sia un'operazione per trovare risorse in maggiore fiscalità invece che un'effettiva concreta restituzione ai lavoratori”. Anche per Gianni Bottalico, presidente delle Acli, bisogna pensare di più a lungo termine

R. - Questi sono soldi comunque di proprietà del lavoratore, che gli vengono anticipati. E’ una panacea momentanea, quindi, ma non è questa la risposta per uscire dalla crisi e, soprattutto, non può essere questa la risposta per il rilancio dei consumi, in termini strutturali. Noi abbiamo bisogno di ben altre cose in questo momento: abbiamo bisogno di un rilancio del Paese dal punto di vista degli investimenti, del lavoro. Quindi, guardarla con attenzione, stando attenti anche a non far diventare questa una risposta oggi alla crisi, perché mi parrebbe una risposta molto, molto parziale. Sono soldi dei lavoratori, non sono soldi di altri; non è un arricchimento, sono soldi che uno già ha e che porterebbe fra qualche anno a casa.

D. – Allora serve una diversa politica per sostenere i redditi, una diversa politica fiscale che magari punti anche su maggiori detrazioni per i figli a carico...

R. – Questo è un altro punto estremamente importante. Se vogliamo sostenere la famiglia, come tutti, dico tutti, stiamo dicendo nel mondo delle associazioni e nel mondo della politica, la politica però deve prendersi anche qualche responsabilità. Il tema della detrazione e del sostegno oggi alla famiglia, attraverso una politica fiscale più giusta e più equa, credo che sia una delle soluzioni strutturali che danno prospettive future al Paese. 








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