2014-09-29 12:03:00

Festival Francescano concluso dal cardinale filippino Tagle


“Dobbiamo resistere alla tentazione di rassegnarci” di fronte alla difficile situazione internazionale attuale, alla pazzia degli estremisti, ai conflitti spinti da chi vede nella guerra una fonte di ricchezza. “La speranza e la fede devono spingerci a mantenere lo spirito di dialogo con persone di altre religioni, a credere nella pace”. Con questa riflessione il card. Luis Antonio Tagle ha chiuso ieri il Festival Francescano che in tre giornate, a Rimini, ha registrato oltre 30mila presenze.

L’arcivescovo filippino - riferisce l'agenzia Sir - ha invitato i tantissimi presenti a coltivare la pace “partendo dalle piccole cose, dalla strada, da piccoli grandi gesti di amicizia” verso il prossimo. “Ognuno di noi può gettare semi di pace - ha proseguito -. Forse non verranno visti in Ucraina o in Siria, ma il Signore li vede e può accrescere la loro forza”. L’arcivescovo ha riportato al Festival esperienze concrete di come sia possibile far brillare la forza del Vangelo nelle periferie dimenticate, tanto care, da sempre, anche a Papa Francesco. Uno “spazio umano, non solo geografico” dove è possibile al di là della disperazione, vivere la “vera letizia” francescana”. “La gioia che scopriamo nell’avvicinarci agli emarginati - continua il cardinale - è una gioia missionaria, molto più forte della felicità. È la gioia che si prova nel sentirsi inviati di Dio”. 

La gioia, di cui parla il card. Tagle dal palco del Festival Francescano dedicato alla “vera e perfetta letizia”, è anche quella della “comunione e solidarietà” e dell’imparare dall’altro, dai poveri “che pur nella sofferenza continuano a sperare in Dio”. Un pensiero va anche a Papa Francesco, al suo recente viaggio in Corea. “La sua opera rivoluzionaria non è altro che la continuazione del suo modo di essere: un cuore semplice aperto al Signore” ha detto l’arcivescovo invitando la Chiesa, su questo esempio, ad essere non solo effetto, ma “strumento della compassione di Dio”. Vale per la Chiesa ma anche per il singolo.

“È necessario che ognuno di noi rifletta su come la compassione di Dio tocca la propria vita”. Il cambiamento per una Chiesa più rispondente ai bisogni dell’umanità, “deve partire dai nostri cuori”. Infine, un pensiero va anche alla letizia francescana: com’è possibile sperimentarla in un contesto, come il continente asiatico, tanto stravolto dal dramma della persecuzione religiosa?

“Anche nelle zone di conflitto la letizia è presente - ha concluso il cardinale -. È un dono che si manifesta con una tal potenza, da rimanere, a volte, un mistero”. Con la testimonianza del card. Tagle il Festival Francescano ha salutato Rimini: nel 2015 si trasferirà a Bologna sul tema del rispetto per il Creato. (R.P.)








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