2014-09-28 19:27:00

Proseguono raid anti-Is in Iraq e Siria. Otto in due giorni


Ancora attacchi contro il sedicente Stato Islamico, otto negli ultimi due giorni. La coalizione internazionale guidata dagli Stati Uniti ha bombardato le postazioni degli islamisti in Iraq e Siria. 65 i jihadisti morti a sud di Mosul, tre le raffinerie colpite al confine con la Turchia, mentre Stati Uniti e Regno Unito si interrogano sullestrategie future. Il servizio di Michele Raviart:

Barack Obama ammette che “l’intelligence degli Stati Uniti ha sottovalutato la crescita dello Stato Islamico e sopravvalutato la resistenza dell’esercito iracheno”. Il premier inglese Cameron, invece, preme per una partecipazione britannica ai bombardamenti non solo sull’Iraq, ma anche sulla Siria. “Sarebbero legali e appropriati”, ha detto, ma serve una nuova delibera della Camera dei Comuni. Per la prima volta, infatti,  i raid internazionali hanno attaccato l’Is nella zona di confine tra Siria e Turchia. Colpito un compound dello Stato Islamico vicino la città siriana di Ayn al-Arab e distrutti due veicoli blindati. Le forze di terra che combattono per il governo iracheno hanno invece respinto un’incursione jihadista a una quarantina di chilometri da Baghdad, dopo un combattimento durato cinque ore. Per l’Osservatorio siriano dei diritti umani, con sede a Londra, sono sei i civili rimasti uccisi durante i bombardamenti della scorsa notte, operazioni che avrebbero portato alla morte in Siria del leader del gruppo jihadista Khorassan.  A rivelarlo una serie di tweet di condoglianze pubblicati su internet da un militante. Intanto aumentano le sigle del fondamentalismo islamico che si stringono sotto la bandiera nera del califfato proclamato da Al Baghdadi. Dopo “Al Qaeda nel Maghreb”, solidarietà allo Stato Islamico è stata espressa da un portavoce dei siriani di Al-Nusra,  un tempo gruppo rivale dell’IS nella lotta al presidente Bashar Al-Assad.








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