2014-09-26 12:42:00

Filippine. Abu Sayyaf appoggia Is: uccideremo ostaggi tedeschi


Cresce la preoccupazione per la sorte dei due turisti tedeschi nelle mani del gruppo terrorista Abu Sayyaf, nelle Filippine. I fondamentalisti, via twitter, minacciano di decapitarli se la Germania non pagherà entro il 10 ottobre un riscatto di 5,5 milioni di dollari e non interromperà ogni sostegno all’operazione contro il sedicente Stato Islamico (Is) in Iraq e Siria. Dalle autorità di Berlino e di Manila è unanime il no ad ogni trattativa. Ma quale il legame tra Is e Abu Sayyaf? Paolo Ondarza lo ha chiesto a padre Sebastiano D’Ambra, missionario attivo nel dialogo interreligioso nelle Filippine:

R. - Abu Sayyaf è presente nelle Filippine dagli anni ’90.  Il nostro padre Salvatore Carzedda è stato ucciso nel ’92 molto probabilmente in quel contesto lì. Abu Sayyaf è stato sempre in contatto prima con Al Qaeda e adesso con l’Is. Ci sono già centinaia di filippini che hanno aderito all'Is. Addirittura, qualcuno mi ha detto che ricevono una somma piuttosto elevata per poter aderire. Quindi, sono molti soldi che circolano e penso che per i filippini, a causa della povertà,  questo potrebbe costituire un’attrattiva. Molti rapimenti sono dovuti a motivi di soldi. Poi, cosa fanno i terroristi con i soldi?  Comprano le armi, ad esempio…

D. - Intenzione di Abu Sayyaf da sempre è la creazione di uno Stato islamico all’interno delle Filippine: ora però tale obbiettivo assume un altro contorno alla luce di quanto sta accadendo in Iraq e in Siria…

R. - Abu Sayyaf non ha una grossa forza dal punto di vista organizzativo ed è  anche un po’ disordinato al suo interno nel senso che ci sono diversi leader. Però, fa paura perché, in effetti, le minacce che fa possono anche essere nella linea dell’Is in Iraq: usano la stessa strategia. Certamente, c’è da dire che qui siamo nelle Filippine, un Paese ancora a maggioranza cattolica, quindi ci sono considerazioni diverse da fare. Inoltre attualmente il governo sta facendo sforzi piuttosto grossi per creare, secondo gli accordi presi con i separatisti islamici, una regione autonoma nell’isola di Mindanao, a maggioranza musulmana. E' un momento delicato. Probabilmente Abu Sayyaf gioca su questo fatto per poter attirare l’attenzione.

D. - Ma quanto è diffuso il fondamentalismo islamico nelle Filippine?

R. – Si sta diffondendo sempre di più. In questo periodo anche i musulmani moderati si trovano in difficoltà perché in questi ultimi anni abbiamo informazioni di gruppi che pagano leader religiosi affinché mantengano una linea dura, di radicalismo e fondamentalismo, che poi alimenta il terrorismo.








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