2014-09-24 15:01:00

Nigeria, i vescovi: "Boko Haram minaccia l'intera nazione"


“L’intera Nigeria è in pericolo di fronte alle violenze di Boko Haram”. A dirlo sono i vescovi nigeriani al termine della seconda Assemblea plenaria tenutasi a Warri. Aumenta il numero delle persone che si sono rifugiate nella cattedrale di Yola in cerca di protezione. La Caritas nigeriana è stata mobilitata per portare assistenza agli sfollati ed è stata indetta una preghiera nazionale per il 13 e il 14 novembre. I vescovi locali hanno affermato di essere rimasti sconvolti dallo sterminio di massa attuato dagli islamisti. Maria Gabriella Lanza ha chiesto a padre Michele Esasa, tornato da poco dalla Nigeria, in che modo la comunità cristiana sta vivendo questi giorni:

R. - E’ difficile, perché Boko Haram fa morire i cristiani. Loro vivono come rifugiati: non hanno niente da mangiare, hanno lasciato il loro lavoro, tanti sono morti. I cristiani hanno abbandonato le loro chiese perché hanno paura. Ci sono stati alcuni episodi dove alcuni cristiani si trovavano in Chiesa e lì hanno messo una bomba.

D. - Secondo l’Onu ci sono 650 mila sfollati: di cosa hanno bisogno?

R. - Hanno bisogno di sicurezza. E' la cosa più importante ora, perché quando si ha paura è difficile vivere. E hanno bisogno anche di cibo, di vestiti…

D. - Nonostante l’impegno del governo nigeriano, Boko Haram continua la sua avanzata e più di 200 ragazze sono ancora nelle loro mani…

R. - Sì. Mi sembra che i soldati abbiano paura ad affrontarli, perché temono che possano attaccare le ragazze. Tutti noi siamo preoccupati, non sappiamo veramente se vivano ancora.

D. - Ci può raccontare una storia di cristiani che sono stati perseguitati da Boko Haram?

R. - Per esempio, una famiglia di cinque persone - papà, mamma e tre bambini - che ha perso tutti e tre i bambini a causa di Boko Haram. È una cosa che capita ogni giorno, alcune famiglie non esistono più. Uccidono le persone così, anche se sono musulmani, ma loro non lo accettano e le fanno morire.








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