2014-09-23 12:41:00

Marocco: inaugurato Istituto di dialogo interreligioso


Promuovere la collaborazione ecumenica e il dialogo interreligioso in un contesto culturale musulmano in cui la presenza cristiana, seppur minoritaria, è ancora percepita con diffidenza. Questo lo spirito che anima i corsi di formazione per animatori pastorali dell’Istituto Ecumenico di Teologia “Al Mowafaqa” di Rabat, in Marocco, per iniziativa della Chiesa cattolica e della Chiesa evangelica nel Paese.

Fondato il 16 giugno di due anni fa, l’Istituto, è stato inaugurato ufficialmente il 20 settembre dai suoi due co-presidenti, nonché ideatori, l’arcivescovo di Rabat Vincent Landel, e il pastore evangelico Samuel Amedro, alla presenza di diverse personalità marocchine e straniere. La cerimonia è stata preceduta da un colloquio internazionale dal titolo “Pensare con l’altro la fede e le culture”, da un concerto e da una celebrazione ecumenica.

Il progetto è scaturito dal desiderio di rispondere a un’esigenza comune delle comunità cristiane in Marocco: quella di formare animatori pastorali laici preparati in grado di supplire alla carenza di sacerdoti e pastori in questo Paese musulmano. L’idea di fondo è che dalla condivisione delle rispettive tradizioni teologiche possano scaturire una migliore comprensione e arricchimento reciproci. Tra le particolarità dei corsi, iniziati nel 2013, vi è, infatti, quella di essere condotti simultaneamente da due insegnanti, uno cattolico e uno protestante, provenienti dal Nord Europa, ma anche da Paesi dell’Africa sub-sahariana, da cui viene la maggior parte dei fedeli delle due Chiese in Marocco.

L’altra priorità fondamentale dell’Istituto “Al Mowafaqa” (che in arabo vuol dire “L’accordo”), è la promozione del dialogo con la comunità musulmana marocchina in un Paese dove sui cristiani continua a pesare il sospetto di fare proselitismo. I corsi di teologia, per i quali si avvale anche della collaborazione di studiosi musulmani, sono stati concepiti in questa prospettiva: “Non vogliamo una teologia importata dall’Europa, straniera, ma una adattata al contesto marocchino”, ha spiegato al quotidiano “La Croix” il direttore Bernard Coyault.

Oltre al polo universitario l’Istituto comprende anche un polo culturale destinato a promuovere l’incontro delle culture. (L.Z.)








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